i colori delle radici
di Fausta Genziana Le Piane
Il pittore Giuseppe Smirne è saldamente ancorato alle sue radici calabresi e ci restituisce l’immagine di una terra ancestrale ormai quasi dimenticata.
Nato a Nicastro il 15/3/1911, ivi morto nel 1994, ha lavorato nell’Ufficio distrettuale delle imposte di Lamezia Terme ma ha avuto fin da giovanissimo la vocazione per la pittura che poi ha trasmesso a figli e nipoti.
Durante la guerra, lui e la moglie vendevano bambole dipinte: la testa, le mani e i piedi erano opera dell’artista; il tronco e l’abbigliamento della moglie che poi aveva cura di unire le membra al tronco.
L’attaccamento alla terra natale è evidente nella scelta dei soggetti: le testimonianze artistiche, come l’abbazia di Corazzo o le bellezze naturali, come la diga dell’Ampollino, sono osservati con emozione vivissima e personale. I luoghi della terra d’origine sono descritti con precisione realistica e capacità di cogliere ed esprimere sulla tela accurati dettagli. Si pensi al quadro dedicato alle rovine della celebre Abbazia di Corazzo: il cielo è bianco ma il colore grigio domina, non è il colore della tristezza ma la tonalità sfumata del passato e il luogo religioso ne acquista in misticità e mistero.
Si pensi ancora alla tela dedicata alla diga dell’Ampollino, splendidamente ritratta. Ma soprattutto la natura – gli alberi – rifulge e il verde è brillante e gioioso. La natura, costantemente protagonista
Commenti