ll monito del presidente arriva dopo la protesta di 60 costituzionaliste per le ultime nomine a Csm e Consulta da cui sono state escluse le donne. Il presidente interviene anche sulle correnti in magistratura: “Il diritto di associarsi va difeso contro ogni intromissione”. L’incontro con i giovani magistrati nel giorno del suo compleanno

mat - GIUSTIZIA, 
 MATTARELLA STRIGLIA I POLITICI: "IL MONDO NON E' FATTO 
 SOLO DAL GENERE MASCHILE"
Sergio Mattarella durante l’incontro con i magistrati ordinari in tirocinio (lapresse)

di Umberto Rosso
ROMA. “Per i magistrati il diritto di associarsi liberamente è una condizione preziosa da difendere”. E’ la replica del capo dello Stato all’attacco che, un paio di settimane fa, alla vigilia delle elezioni del Csm, il sottosegretario leghista alla Giustizia Jacopo Morrone aveva sferrato contro le componenti all’interno della magistratura. Ma Sergio Mattarella lancia anche “un’esortazione” alla parità fra uomini e donne, pure nei ranghi della magistratura, proprio mentre una sessantina di costituzionaliste si appellano ai presidenti delle Camere contro le recenti nomine (“sono incostituzionali”, protestano) che hanno consegnato tutte agli uomini 21 nomine su 21, dal Csm alla Consulta, dalla Corte dei conti alla giustizia tributaria. Per il capo dello Stato “accanto al pluralismo culturale, è bene che le istituzioni politiche tengano sempre conto che il mondo – e, in esso, l’ordine giudiziario – è composto da donne e da uomini, e non soltanto dal genere maschile. In questo senso desidero esprimere, più che un auspicio, un’esortazione”.
Mattarella parla nel suo tradizionale incontro con i tirocinanti, ricevuti nel pomeriggio al Quirinale, proprio nel giorno del suo 77mo compleanno. Il diritto dei giudici ad associarsi dunque per il capo dello Stato non va messo in discussione, è “da difendere contro ogni tentativo di indebita intromissione”. Anche se occorre evitare che l’aggregazione associativa “possa trasformarsi in corporativismo o -peggio ancora- in forme di indebita tutela, se non di ingiustificato favore, basate sul mero -mortificante- criterio di appartenenza”. Il sottosegretario leghista aveva sollevato un’ondata di polemiche chiedendo la “fine delle correnti, soprattutto quelle di sinistra, che hanno preso di mira il mio partito”, con riferimento alla sentenza che chiede alla Lega la restituzione dei 49 milioni di rimborsi elettorali truffati allo Stato. Con il ministro della Giustizia Bonafede, oggi presente al Quirinale per la cerimonia con i neomagistrati, costretto a ridimensionare le parole del suo sottosegretario.

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