(UNIONE PROVINCE ITALIANE)

Appello al presidente della repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi

Signor Presidente,
la Consulta delle Pari Opportunità dell’Unione Province Italiane La ringrazia per il saluto pervenuto in occasione della prima Assemblea nazionale delle elette e delle amministratrici delle province e per l’attenzione mostrata verso l’impegno e il lavoro portato avanti dalle sue componenti per il superamento delle barriere che ancora tengono le donne fuori dal mondo delle istituzioni.
La Consulta ritiene che l’avvio di una maggior partecipazione e rappresentanza femminile nella politica italiana, in applicazione degli articoli 3 e 51 della Costituzione, non sia stata rispettata dal voto della Camera sulla legge di riforma del sistema elettorale.
Il Senato si appresta, quindi, a discutere e votare una legge priva delle norme antidiscriminatorie di genere, che riconoscerebbero quella pari dignità sociale di tutti i cittadini e le cittadine sancito dall’articolo 3; legge che non promuove pratiche di pari opportunità tra donne e uomini per l’accesso alle cariche elettive previste dall’articolo 51 della Costituzione.
E’ per questo, Signor presidente, che Le rivolgiamo il presente appello, condiviso e votato dalla prima Assemblea Nazionale delle elette e delle amministratrici delle Province italiane riunitasi a Bologna nei giorni 3, 4 e 5 novembre 2005, affinché Ella si faccia garante dei diritti, ancora una volta non riconosciuti, di quel 50% della popolazione italiana composta da donne.

La Consulta Pari Opportunità U.P.I.

Appello alle forze politiche

La Consulta delle Pari Opportunità dell’Unione Province Italiane e le elette ed amministratrici riunite nella prima Assemblea Generale a Bologna in data 3, 4 e 5 novembre 2005 si rivolgono a tutte le forze politiche affinchè si impegnino a rimuovere gli ostacoli che limitano e/o impediscono l’accesso e la rappresentanza delle donne nelle istituzioni e chiedono ai partiti di:
sostenere e promuovere la partecipazione politica delle donne adottando tutti gli opportuni strumenti;
predisporre sempre liste elettorali paritarie (50% donne e 50% uomini), con alternanza di genere, pena la inammissibilità della lista stessa;
perseguire la par condicio negli interventi sui mass-media;
presentare e sostenere emendamenti che garantiscano norme antidiscriminatorie di genere nell’iter parlamentare della legge elettorale;
coinvolgere i coordinamenti femminili dei partiti nella predisposizione delle liste per tutte le consultazioni elettorali.

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