di Nadia Angelini
Sembra che ciò che accade sulla storia e l’arte meravigliosamente unica di questo Popolo, appartenga per motivi misteriosi ad un destino arcano che attraverso i secoli ha costruito e mantenuto intatta la fama di coloro che sono stati considerati, fin dai tempi più remoti, Signori del Mediterraneo.
Cosicché non c’è da stupirsi più di tanto se tutto il mondo si interessa e rende omaggio alla grandezza dei suoi meravigliosi pezzi d’arte che sono custoditi nei musei di ogni parte del mondo.
La città di Firenze ad esempio costituisce un enorme patrimonio di arte che sembra essere un richiamo forte e vitale per la sopravvivenza della fama che agli Etruschi sembra appartenere per diritto di storia.
Infatti, quando l’Etruria antica si spostò nel corso del XVI secolo dalla Tuscia papale alla Toscana, qui trovò il suo ambiente più propizio non soltanto a livello di interessi culturali, ma anche per una certa rispondenza al programma politico del principato mediceo. Nel settecento poi, fiorì un vivacissimo periodo di ricerche (scavi a Volterra, Cortona, ecc.) e di studi antiquari che prese il nome di etruscheria. Non v’è dubbio che i toscani caratterialmente portati ad un certo orgoglio campanilistico, forse sopravalutarono anche un pò le antiche glorie della loro patria toscana ma tutto ciò comunque contribuì alla diffusione ed alla conoscenza più approfondita e consapevole, dei monumenti etruschi e a favorire la esaltazione di questo antichissimo Popolo, che sempre in verità si distinse fra gli altri sin dai tempi più remoti.
Vero è comunque che tutto il mondo dà risalto alla creativa ingegnosità di queste genti, alla loro fama di artisti ed alla loro civiltà, dalla quale anche derivò gran parte dell’educazione civica degli antichi Romani.
Cosicché, alcuni di questi capolavori, quale Ombra della sera (nome attribuitele dal poeta Gabriele D’Annunzio, statuetta votiva conservata al Museo Guarnacci. “L’uomo che cammina, ed altri, fanno da corredo nella Mostra che il grande Giacometti, scultore di eccellenza, ha assunto come muse ispiratrici dei suoi capolavori.
Ne deriva un faccia a faccia costruito attraverso studi presso il dipartimento di archeologia del Louvre; la visitazione attenta e lo studio scrupoloso sull’esposizione dell’arte e della civiltà etrusca, che avvenne a Parigi nel 1955.
In queste occasione lo scultore, rimase talmente colpito da queste opere che, il genio Etrusco aveva prodotto, che si recò per un approfondito studio a Volterra.
Dal settembre scorso al Museo del Louvre a Parigi una imponente esposizione di opere che in maggior parte provengono dal patrimonio del museo etrusco a Volterra e sono lì esposte.
Trovano alloggio in una grande sala di questo prestigiosissimo e mondiale Museo, onorando l’arte etrusca costituendo una cassa di risonanza alla gloria che ancora irradia loro origini.
Sembra che questo Popolo, che pure sembrò sparire dal palcoscenico storico in modo sorprendentemente rapido, voglia ancora mostrare al mondo intero la forza esuberante di un’arte che è nata agli albori e non conoscerà mai oblio.
Nadia Angelini
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