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 "INTEGRATORI" PER ABBATTERE LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Alcuni nuovi indicatori statistici, di recente varati dal parlamentino del Cnel e dai tecnici dell’Istat, consentiranno di misurare la qualità del lavoro delle giovani generazioni. Circa un anno fa, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo alla trentaduesima edizione del Meeting di Rimini, aveva richiamato l’attenzione dei presenti, e non solo, su tutti quegli “stati soggettivi e aspetti qualitativi della condizione umana”, affermando che “è a tutto ciò che bisogna pensare quando ci si chiede se le giovani generazioni […] potranno […] aspirare a progredire rispetto alle generazioni dei padri, come è accaduto nel passato. La risposta è che esse possono aspirare e devono tendere a progredire nella loro complessiva condizione umana. Ecco qualcosa per cui avrebbe senso che si riaccendesse il motore del desiderio”.
Trascorso un anno, alla vigilia della trentatreesima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, i dati forniti poco più di dieci giorni fa dall’Istat sull’andamento del mercato del lavoro dicono che il motore dello sviluppo non è ancora ripartito. Di questa situazione, le giovani generazioni pagano il maggiore prezzo: il tasso di disoccupazione (15-24 anni) è oltre il 34%, con una variazione tendenziale del 6,6%. In generale, il tasso di disoccupazione è cresciuto nell’anno del 2,4% e si attesta ora ad un valore pari al 10,8%. Da un lato, dunque, il “desiderio di certezza” richiamato dal Presidente Napolitano un anno fa, dall’altro una realtà che i numeri descrivono come incerta, ambigua, senza punti fissi di riferimento.
Quello che appare è un quadro sostanzialmente inconciliabile. La scommessa per il futuro è proprio questa: conciliare ciò che ora non appare conciliabile, individuando nuovi ambiti di azione. È proprio questo il senso della iniziativa congiunta Cnel-Istat che ha consentito di arrivare a individuare 134 indicatori integrativi del Pil, da utilizzare per misurare il benessere equo e sostenibile del Paese. Un cruscotto di indici che consenta di indirizzare al meglio le politiche, valutandone aspetti sostanziali, oltre che di carattere finanziario. Tra i vari indicatori ve ne sono di specifici in grado di misurare “il grado di incertezza” del lavoro dei più giovani. (Stefano Bruni agosto 2012)

BENESSERE EQUO SOSTENIBILE

Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile – nato da un’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat – si inquadra nel vivace dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla diffusa convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità.
Questo sito offre strumenti d’informazione sul progetto e consente a cittadini, istituzioni, centri di ricerca, associazioni, imprese di contribuire a definire “che cosa conta davvero per l’Itali

http://www.misuredelbenessere.it

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