di Nadia Angelini

Cleopatra che, in lingua greca, significa gloria del padre, nacque ad Alessandria d’Egitto dal Faraone Tolomeo XII e molto probabilmente da una sua concubina.
E’ ricordata come la regina d’Egitto, in verità governò con il padre, nell’ultimo periodo della vita di questi, poi con il fratello Tolomeo, anche dopo esserne divenuta la moglie.
Di lei si tramanda l’aggressiva bellezza e l’ innata malvagità.
Nota anche per la sua poca moralità, non fu certamente un modello di donna alla quale guardare con ammirazione.
Di natura dispotica, priva di morale, asservì il suo corpo e la sua dignità alla gloria vanesia della regalità alla quale non seppe mai rinunciare.
La sua passionale relazione con il condottiero romano Cesare, da cui ebbe un figlio: Tolomeo Cesare, detto Cesarione, ebbe uno scopo prettamente politico.
Così mentre per la Regina d’Egitto quello fu il mezzo di ottenere per il suo paese una posizione di privilegio, all’interno del dominio romano; per il dittatore romano rappresentò la strada più breve per assicurarsi il controllo dell’Egitto, importante per le sue risorse finanziarie.
Cleopatra nel 46 a.C si recò a Roma e rimase con Cesare fino alla sua morte, che avvenne nel 44 a.C.
La storia le affida la responsabilità della scomparsa, per avvelenamento, di Tolomeo XIV, suo sposo-fratello, fornendole così l’occasione di nominare suo correggente, Cesarione.
Il vuoto di potere che si verificò a Roma dopo la morte di Cesare, fece sì che La Regina si incontrasse a Tarso con il triunviro Marco Antonio che desiderava verificarne la lealtà; inutile dire con quali infallibili armi la donna ne catturò l’interesse e la seguente disponibilità.
Antonio la seguì ad Alessandria rimase con Lei per un intero anno e la rese di nuovo madre di due gemelli: Cleopatra Selene ed Alessandro Helios.
Quando si incontrarono, quattro anni dopo, Antonio, sebbene già sposato con Ottavia sorella di Ottaviano, fece della Regina la sua sposa ed ebbe da lei un altro figlio: Tolomeo Filadelfo.
La legittima moglie, Ottavia, fu rimandata a Roma.
La sua prorompente femminilità, l’astuzia e la caparbia volitività che erano in lei, fecero sì che Antonio, ubriaco, non solo di lei ma, dalle vittorie che con l’apporto finanziario dell’Egitto andava assicurandosi,
precorse le tappe ed infastidì Ottaviano, che mille motivi aveva di risentirsi.
I Romani dichiararono guerra all’Egitto.
Cleopatra, dopo la battaglia di Azio, vistasi perduta tentò di conquistare anche Ottaviano: non le riuscì e realizzando di essere ormai sola, essendosi suicidato anche Antonio, si lasciò mordere da un’aspide.
Credo sia improponibile questo modello di donna, che appare moderna, ai tempi d’oggi, se rapportata ad alcune storie odierne che sono sotto gli occhi di tutti; ma che conserva tuttavia una primordiale malvagità ed una completa mancanza di sensibilità.
Ventuno secoli di storia non l’hanno affatto lavata da alcuna onta della quale lei si macchiò.
La sua Vita fu un inno alla sregolatezza, al malcostume all’infamia; la sua morte un bieco calcolo per non soccombere.
Mi torna a mente l’Eneide di Virgilio e sono confortata dal Suo pensiero, così simile al mio!
Cleopatra, annegò la sua dignità di donna nella sete smisurata di Potere che era in lei, rese zimbello uno degli uomini più significativi di Roma, al punto che il Grande Poeta non desiderando pronunciarne il nome, lo definisce “il vincitor d’Oriente” in segno di sprezzo per il suo combattere contro Roma a fianco di una moglie straniera.

Il vincitor d’Oriente dal Mar Rosso
traéa con sé le forze dell’Egitto
lui segue l’onta dell’egizia moglie.

Una donna può fare davvero molto per un uomo! Sia nel bene che nel male.
Il grande Cesare e dopo di lui Antonio, suo concittadino, furono letteralmente fagocitati da costei che trasse ogni possibile beneficio dall’amore che costoro le portavano.

Nadia Angelini

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