Gloria Steinem (lapresse)
La storica femminista è a Bologna al Biografilm Festival per presentare “Woman”: storie di violenze nel mondo
di Silvia Bizio
Una ragazza di 83 anni si aggira tra di noi: Gloria Steinem, militante di sinistra e femminista, giornalista, fondatrice della rivista “MS” e ancora citata per le sue celebri frasi e “bon mot” a favore dei diritti civili, individuali, libertari, soprattutto dei diritti delle donne. Steinem è a Bologna per il Biografilm Festival, dove oggi presenta il documentario “Woman” diretto dalla regista pachistana Sharmeen Obaid-Chinoy (premio Oscar per “A girl in the river”), prodotto da Amy Richards; il documentario è parte di una serie, “Vice”, prodotta da Google sulla vita delle donne oggi in diverse parti del mondo. Abbiamo parlato con questa leggenda vivente, che nel 2015 ha pubblicato la sua autobiografia, My Life on the Road.
Come nasce questa serie di documentari?
“Nasce in Sicilia, durante uno dei campi-idee organizzati da Google in cui ho ripetuto quello che ho detto centinaia di volte, e cioè che la violenza contro le donne, a livello planetario, ha le forme più differenti, sia che si tratti di matrimoni di bambine o di mutilazione genitale, sia che si tratti di predilezione per le minorenni in Asia. E poi c’è la violenza domestica in America o quella contro le donne canadesi indiane, vittime di un’impressionante serie di omicidi e di un traffico sessuale. Per non parlare della violenza contro le donne in prigione in Nordamerica. La lista è infinita. Quando ne ho parlato, nel pubblico, lì in Sicilia, c’era Shane Smith, uno degli inventori di Vice, che dopo il mio discorso è venuto da me e dalla nostra produttrice, Amy Richards, con le lacrime agli occhi, e ha detto, “ho due figlie femmine, dobbiamo fare qualcosa””.
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