grb - "GRAPPOLI 
 ROSA" BRINDA ALLA RISCOSSA DELLE DONNE

Vinitaly, Donatella Cinelli Colombini e la sfida delle pari opportunità in cantina «Vogliamo entrare nei cda dei consorzi Docg». Network dal Giappone alla Cina

di Cristiana Sparvoli
Il 35% della forza lavoro in agricoltura è femminile, mentre il 33 % delle aziende ha come titolare una donna, pari a 538 mila imprese e su un totale di 1.630.000. Il 33,2% delle strutture agrituristiche è a conduzione femminile e sono donne a dirigere 835.367 imprese agroalimentari, il 28,1% del totale italiano; ammonta 9 miliardi di euro (su un totale di 26) il business delle imprese agricole dirette da donne. Un dato che sottolinea come siano le imprese in “rosa” ad essere leggermente più produttive di quelle condotte dagli uomini. Il mondo del vino conta il 30 per cento delle imprese in mano alle donne.
«Ma sono quasi tutte “figlie di” o “mogli di” a cui è stata passata la guida dell’azienda di famiglia, mentre c’è ancora una fortissima resistenza in questo settore per quanto riguarda lo sbocco professionale femminile in veste di manager» annota Donatella Cinelli Colombini, la produttrice senese di Brunello di Montalcino, presidente dell’Associazione nazionale donne del vino, che ieri al 50esimo Vinitaly ha tenuto un’assemblea in occasione del convegno “Presente e futuro del vino al femminile”. Il presente non delinea una situazione di pari opportunità in un settore «che dai tempi della Bibbia è in mano agli uomini» commenta ironicamente Cinelli Colombini, «tradizione vuole che quando si assume un enologo, un agronomo o un direttore generale sia un uomo. Eppure le donne hanno dimostrato di resistere bene alla crisi economica, con maggiore flessibilità».
Il futuro a cui pensa la presidente dell’associazione Donne del Vino (che in Italia conta 650 associate tra produttrici, sommelier, enotecniche, ristoratrici e giornaliste) è quello dei corsi di formazione che preparino le donne ad entrare nei consigli di amministrazione dei consorzi vinicoli, “un effetto up down che spinga l’accesso delle donne in questo comparto come già fatto con i cda di altre realtà imprenditoriali”.
Il progetto si chiama “Grappoli rosa”, corsi intensivi finalizzati a creare una nuova generazione di manager donne nelle cantine italiane ed è stato presentato nel corso del Vinitaly. Corsi di 6 ore, in 4 moduli formativi, da realizzare in ogni regione usando un materiale didattico uguale in tutta Italia.
A delineare il futuro a Verona sono arrivate anche le delegate di altre associazioni internazionali, con cui le Donne del Vino faranno rete per un’azione di espansione della quota rosa. «Partecipa al nostro incontro il gruppo di donne di colore del Sudafrica BOB, che sta cercando di abbattere il muro della discriminazione nel proprio paese il cui l’enologia è solo in mano agli uomini e tutti bianchi. Dal Giappone arrivano le rappresentanti del Premio Sakura, tra i più importanti nel mondo vinicolo, in cui la giuria è esclusivamente femminile. Inoltre ci portano la loro esperienza le colleghe australiane, che denunciano il forte fenomeno delle molestie sessuali di cui sono vittime le donne che lavorano in aziende vinicole» racconta ancora Cinelli Colombini, che rivela come il business internazionale del vino sia in mano alle donne in paesi come Giappone, India, e Cina: «I buyer di questi paesi sono soprattutto donne. Sono loro che decidono gli acquisti nelle grandi catene di distribuzione. In Italia le donne comprano il vino per il consumo quotidiano in famiglia, e intanto dimostrano di volere accrescere la loro voglia di cultura e conoscenza».

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