Wanda Montanelli, IdV, in una garbata ma amara lettera al Presidente della Repubblica lo ringrazia ed evidenzia l’anomalia di un paese non libero di esprimersi.
Roma, 21 apr – Ha risposto al presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, giunta al 41^ giorno di sciopero della fame Wanda Montanelli, responsabile della Consulta Donne Idv e del dipartimento Politiche di Genere, e in una garbata e amareggiata lettera di ringraziamento dichiara di aver sempre apprezzato l’attenzione che la massima carica dello Stato ha verso il problema del deficit di democrazia paritaria in Italia. Cita, tra tante, la frase di Napolitano pronunciata in occasione della celebrazione della giornata della Donna 2008, quando ha espresso la convinzione che non si può privare il nostro paese delle “formidabili risorse femminili” e che l’obiettivo da perseguire è quello di “rimuovere gli ostacoli” che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, senza distinzioni di sesso, e di razza, e quindi dei talenti e delle aspirazioni delle donne, come è scritto nell’articolo 3 della Costituzione repubblicana. In quell’occasione l’on. Napolitano ha rilevato esservi in giuoco questioni di libertà e di democrazia chiamando in causa le donne a lavorare per la causa delle donne.
“Il Presidente sa bene che il problema esiste in forma seria con alte e durissime pareti di che ci confinano ed emarginano – ha aggiunto l’esponente Idv – e si può toccare quasi con mano la segregazione femminile anche per come i mezzi di comunicazione di massa stanno trattando il mio caso – che misura oggi – in itinere con un gruppo di studio – l’ importante dato di ineguaglianza dimostrando che esiste un vero e proprio apartheid parallelo all’aspra competizione in politica che vede soccombere anche dal punto di vista dell’Informazione le donne indipendenti.
”C’è qualcosa che impedisce di scrivere, parlare, intervistare liberamente una donna esponente nazionale di un partito, che fa lo sciopero della fame da 40 giorni? – si chiede in conclusione Wanda Montanelli – aggiunge che vorrebbe che ci fossero segnali di cambiamento verso una forma di esistenza sociale e politica che registra dati di “normalità”, che non ci discosti troppo dalla avanzatissima Spagna, e dagli altri paesi europei.
“Sono sì debole per le mie condizioni fisiche – conclude Montanelli – e in attenta riflessione sul Suo autorevole invito ad interrompere il digiuno, tuttavia l’anomalia di un corpo non alimentato è un modo estremo per manifestare libertà di dissenso, e misurare contemporaneamente quanto vale un’esponente politica che mettendosi in gioco nel totale delle sue prerogative intellettuali, sociali, culturali risulta inascoltata dal dibattito politico più generale. La mia protesta recepita da Lei, illustre Presidente della Repubblica, non trova in altri ambiti istituzionali, politici e mediatici i diritti di cittadinanza”.
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