“…i mutanti sono tra noi…” Come la chirurgia, le alterazioni fisiche e l’alienazione dal genere contribuiscono a formare gli “alieni” nella società umana
di Giovanna Lombardi
Stiamo diventando un popolo di mutanti e ancora non lo sapevamo.
Mutiamo sesso. Siamo trans-gender: siamo uomini che decidono di diventare donne – come Brenda, la prostituta con cui è stato sorpreso il presidente della regione Lazio Marrazzo, – e donne che hanno deciso di diventare uomini, – come Elettra-Gabriele, uno dei concorrenti dell’ultimo Grande Fratello.
Se la televisione è lo specchio della realtà, considerando come si sia riempita di trans, ci viene spontaneo domandarci: la nostra è veramente una società di trans?
La tv è dei trans? In realtà è già parecchio tempo che i trans compaiono in tv.
Un personaggio come Eva Robins, ad esempio, è presente nella tv italiana da 20 anni. La stessa cosa si può dire di Vladimir Luxuria, che è passata dalla televisione alle battaglie in parlamento per poi tornare alla tv e vincere un anno fa l’isola dei famosi. Persino il Grande Fratello già qualche edizione fa aveva ospitato una trans, Silvia Burgio, reclutata poi tra le vallette del Bagaglino.
Ma mai come nelle ultime settimane la tv italiana ha ospitato così tanti trans. Da Domenica Cinque a Mattino e Pomeriggio Cinque, da Matrix al Chiambretti Night al Maurizio Costanzo Show, da Porta a Porta ad Annozero, dopo il caso Marrazzo, tutti hanno voluto ospitare i trans.
Il punto più basso l’ha forse toccato Federica Panicucci che alle 10 del mattino ha intervistato Efe, la trans più bella e più richiesta al mondo, chiedendole con ammirazione che effetto le faccia essere così popolare e ascoltando con invidia il racconto del recente appuntamento ricco uomo greco ha pagato 3000 euro per passare con lei solo poche ore. Lasciando da parte la questione dell’autopromozione fatta in tv dalle trans prostitute (pagheranno una percentuale alla rete??), che siano escort oppure no, ci pare che questi personaggi vengano quasi sempre strumentalizzati come fenomeni da baraccone, o, peggio, come un nuovo fenomeno di costume, che in realtà non c’è, se non nella scatola mediatica.
Come ha detto ultimamente il ministro Mara Carfagna (una volta tanto un’ex velina merita di essere ascoltata): “E’ necessario far capire che le differenze non contano ma abbiamo bisogno della collaborazione dei media, che troppo spesso tentano di enfatizzare le differenze utilizzando gli stereotipi per fare audience”.
La televisione, con la scusa di lottare per l’accettazione del diverso, in questo caso del trans, lo sta gettando in pasto all’opinione pubblica nella sua veste peggiore, quella della escort o quella della pseudovelina.
Cattiva maestra tv
Da qualche mese la documentarista Lorella Zanardo sta presentando il suo bel documentario dal titolo Il corpo delle donne (visionabile gratuitamente sul web) che fa riflettere sull’attuale rappresentazione delle donne in tv. Il suo lavoro parte dalla riflessione di come “le donne vere stiano scomparendo dalla tv e di come siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante.” “La perdita” continua la Zanardo “ci è parsa enorme: la cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime”.
Se la scomparsa delle “donne vere” è dovuta alla presenza massiccia delle donne completamente rifatte o ridotte a soprammobile, ci chiediamo se con l’invasione dei trans in televisione non stia scomparendo anche l’uomo! L’uomo inteso in generale, come individuo pensante, che ha delle cose da dire e delle riflessioni da fare, a prescindere dal suo corpo, che sia nudo o vestito, che sia naturale o rifatto, che sia in vendita o no, che sia trans o no.
E allora è il caso di ribellarci, non solo noi donne, ma noi tutti. Ribelliamoci a questa televisione che non solo non ci insegna più, ma non ci rappresenta e ci danneggia. Danneggia la nostra mente, la svuota, le fa compiere un percorso involutivo invece che evolutivo.
Molti psicologi dell’infanzia consigliano di non lasciare mai i bambini da soli davanti allo schermo e di seguire con loro la visione. La stessa cosa vale purtroppo oggi anche per gli adulti, per tutti quelli che subiscono la tv e non hanno maturato un senso critico.
Ci sarebbe bisogno di fare dei corsi per insegnare a ogni cittadino italiano a guardare la tv in modo consapevole. Solo uno spettatore libero, pensante ed esigente potrebbe richiedere un servizio migliore da parte di chi produce televisione.
La stessa cosa vale anche per chi fa la televisione. Già qualche anno fa il filosofo Karl Popper, osservando il degrado verso cui la società si stava indirizzando sul finire del millennio per via dell’impetuosa presenza mediatica nella vita della gente, aveva avanzato una proposta: dare una patente a chi lavora in TV, in modo di preservarne a tutti i costi il carattere formativo. Proprio come i medici hanno un organo di controllo che tuteli loro ed i pazienti, così anche la TV dovrebbe averne uno che, se ci si comporta diversamente ai dettati di certi principi ed una certa etica, si riservi di ritirarla.
La politica da letto
Il fenomeno trans ed escort in tv (ma non si comportano diversamente la carta stampata e il web), tuttavia, non è pilotato da qualche morboso e cinico direttore di rete.
A dettare l’agenda delle loro partecipazioni televisive è stata un’urgenza di cronaca: l’urgenza di parlare della condotta del nostro Presidente del Consiglio qualche mese fa, la necessità di affrontare la questione Marrazzo nelle ultime settimane.
Qualche comico ha sottolineato il fatto che i politici di destra e di sinistra in Italia abbiano in comune frequentazioni extraconiugali con le prostitute, con l’unica differenza che “gli uomini di Sinistra vanno a trans e quelli di Destra vanno con le donne!”
Questa battuta apparentemente stupida racchiude forse un’ intuizione su quello che sta succedendo ai giorni nostri: in Italia sui politici non si prova più a fare satira, si fa direttamente gossip! L’occhio televisivo si insinua nella loro vita privata e getta in pasto al grande pubblico ogni particolare della loro vita sessuale. E i nostri politici fanno le vittime, fanno quelli spiati e giudicati da una mentalità moralista e bigotta. Come se tradire la propria moglie, incentivare la prostituzione (che in Italia è illegale), fare uso di droghe (che in Italia sono illegali), essere ricattabili da chiunque e quindi prestarsi a scambi di favori pur di non essere scoperti.. non siano queste cose gravissime.
L’unica soluzione allora può essere quella di cambiare la percezione e l’opinione che gli italiani possono avere di questi fatti. E come? Disseminando trans su tutti i canali televisivi a tutte le ore del giorno! A forze di vederli e sentirli parlare ci assuefaremo a loro e non ci farà più effetto quando magari scopriremo che tra le sue avventure il nostro Presidente del Consiglio non si è fatto mancare nemmeno quella con una decina di simpatiche trans!
Perché dietro la morte di Brenda, la trans che frequentava Marrazzo, e dietro quella del loro spacciatore, c’è senz’altro la mano di qualcuno che deve nascondere scandali ben più grandi di quelli che abbiamo finora sentito.
Ci sembra che si stia delineando uno scenario simile a quello orwelliano del geniale romanzo 1984, anticipatore del Grande Fratello. L’unica forma di pensiero ammissibile nel mondo descritto da Orwell è il Bipensiero, un pensiero che esige che la mente si adatti senza resistenze alla realtà così come definita dal partito dominante e cancelli ogni dato divergente ed ogni forma di obiezione. Come recitano alcuni slogan del partito in 1984, “La menzogna diventa verità e passa alla storia”, “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”. Frasi queste, che ci sembrano piuttosto familiari.
Non permettiamo che continui tutto questo.
Smettiamola di essere dei passivi mutanti. Qualcuno ci ha iniettato un virus: crediamo che stiano mutando i nostri corpi e i nostri costumi sociali, e invece stanno mutando le nostre menti e le nostre coscienze. Procuriamoci una dose di vaccino, ma non quello che ci regalano ministri corrotti, ma quello che ci dobbiamo conquistare con fatica: leggendo, riflettendo e contestando.
Giovanna Lombardi
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