Come un negriero, delle antiche galere,
il mio Pensiero, impietoso, cadenza,
nella stipata stiva dei ricordi,
il battito convulso del mio cuore
costretto a navigare, incatenato,
ad un oscuro mare
dove al gabbiano non è concesso il volo.

Cieco, senza orizzonte,
esso affonda, pesca, riaffiora
mille e più mille volte,
fino a quando, un gran fiotto di sangue,
schizzato dalle vene,
spezza le mie catene
interrompendo il disumano giogo.

La frusta di quel barbaro negriero…
il mio pensiero,
voleva ch’io tornassi a navigare
nel mio bel mare
ove al gabbiano é consentito il volo.

Gabriella Quattrini

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