Maglia nera all’Italia in tema di Pari opportunita’ ed occupazione femminile. Tra i 27 Paesi Ue, infatti, la Penisola si colloca al 21esimo posto nella classifica degli Stati che si avvicinano agli obiettivi di Lisbona. A sette anni di distanza dalla firma del testo, infatti, il bel paese e’ ben lontano dal dato del 60% dell’occupazione in rosa. Tra il 2000 e il 2006, infatti, il tasso di occupazione femminile e’ cresciuto, passando dal 39,6% al 46,7%, ma l’Italia e’ rimasta fanalino di coda. La fotografia dell’attuale situazione e’ stata tracciata dall’Osservatorio di Genere di Arcidonna, durante un convegno svoltosi allo Steri di Palermo. La situazione non migliora se si considera la condizione della Sicilia. Nella Regione nel 2006 il tasso di occupazione in rosa e’ stato pari al 30,3%, meno dei due terzi della media nazionale (46,7%) e ben lontano dal 60% chiesto dall’Europa.
Nello stesso periodo di tempo sempre secondo i dati Istat riportati da Arcidonna il tasso di disoccupazione nell’Isola si e’ fermato al 16%, il doppio quasi di quello medio italiano. Non va meglio se si considera il dato europeo che confina l’Italia alle ultime posizioni con un 45,3% di occupate femminili (fonte Eurostat, 2005) a fronte del 71,9% della Danimarca. Arcidonna punta il dito anche sui fondi destinati alle famiglie. Si scopre cosi’ che mentre l’Europa destina il 7,8% della spesa sociale a questo settore, l’Italia con il suo 4,4% si classifica al penultimo posto (fonte Eurostat).
In Sicilia, dove poi un nucleo familiare su tre e’ a rischio poverta’ e dove ben un quarto delle famiglie dichiara di arrivare a fine mese con molta difficolta’, l’Associazione critica gli strumenti di sostegno messi in campo dall’esecutivo regionale: ”per nulla risolutivi”, a partire dal bonus bebe’ assegnato nel 2005 solo a 2.985 famiglie a fronte di un numero di nuovi nati che supera i 50 mila. Disarmante anche il dato delle donne in politica: in Sicilia su 90 parlamentari solo quattro sono donne. Un dato che pone l’Isola al diciassettesimo posto nella classifica delle regioni italiane, seguita solo da Calabria, Molise e Puglia.

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