fdp - Il 
 Festival della Parola visto dal suo Direttore Artistico, Massimo 
 Bernardini

Mi piace Chiavari, questo borgo del Tigullio, questo pezzo di Liguria antico ma sempre contemporaneo. Mi piacciono le sue pietre e la sua gente, mi piace il suo profumo quando ci arrivo da Milano. Ci ho passato lunghe estati infantili e adolescenziali, qui ho imparato a nuotare e ad andare in bicicletta, qui ho fatto amicizie decisive per la vita. Trovo elegantissimi i suoi negozi, ordinate e dolci le sue piazze, tranquillo il suo ritmo di vita.
Quando nel novembre del 2014 l’ho vista travolta dall’acqua e ferita, mi è venuto un groppo alla gola pensando ai tanti amici che rischiavano di perdere tutto; in pochi mesi non ne è rimasta traccia, se non nel profondo. Chiavari si sbriga, non ha tempo da perdere a lamentarsi, si è rimessa in piedi più e meglio di prima.
Qui non si è mai fatta troppa “cultura” di massa, si è sempre scelto con prudenza se andare a farla in piazza. Chiavari ha il suo teatro, il suo Auditorium, i suoi due cinema. Ma l’anno scorso l’amministrazione ha giocato d’azzardo: ha fatto nascere il primo Festival della Parola. Curioso sono venuto a vedere, ho assaggiato e ascoltato: ho persino dato una piccola mano per pubblicizzarlo. Mi è sembrato insomma un bel tentativo. Così gli amici, insieme al sindaco Levaggi e agli assessori Mignone e Colombo, mi hanno incastrato: provaci tu l’anno prossimo: e io, pazzo ma sedotto dalla proposta, alla fine ho detto di sì. Così eccoci a questa 2a edizione che porta la mia firma di “direttore artistico” (?!).
Gli incontri che ho messo in piedi dal 21 al 24 maggio, insieme alla banda di quattro entusiasti che formano la nostra piccolissima “redazione”, sono tanti, forse troppi, ma seguono alcune precise strade: pochi grandi alberi con fronde, fiori e frutti il più possibile diversi.
Il primo è naturalmente l’anniversario dei Cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia nel Primo conflitto mondiale, data che coincide con la giornata finale del Festival di quest’anno: 24 maggio 2015. Tutta l’Italia sta ricordando in varie forme questo storico e insieme tragico – in termini di vite perdute – appuntamento. Io ho pensato di declinarlo in chiave “glocal”, valorizzando cioè attraverso competenze e intelligenze locali le storie chiavaresi e tigulline di quel 1915: con l’intento però di raccontarlo al villaggio globale.
Poi c’è l’idea di Casa Gassman, quattro giorni di iniziative al Teatro Cantero in onore del grande attore genovese Vittorio Gassman, a 15 anni dalla morte, che sarà ricordato attraverso quattro preziose mattinate offerte dalle Teche Rai, un seminario tecnico sulla sua vocalità attorale e un singolare percorso “familiare”: una mostra fotografica firmata dall’ultima compagna Diletta D’Andrea, un film sul padre del figlio Jacopo, e una sorprendente serata-racconto di Paola Gassman, che ci mostrerà come riordinare i fili familiari significhi ripercorre la storia di due secoli del teatro italiano.
Di gigante in gigante eccoci a Giacomo Leopardi. Il bellissimo film di Mario Martone il giovane favoloso, che riproietteremo al Festival, ha segnato un po’ la rinascita a sorpresa di un grande interesse per questo grande della nostra letteratura, ma a Chiavari lo “prenderemo” da lati diversi: quello familiare, visto che avremo con noi il suo discendente, il conte Vanni Leopardi; quello specialistico, con l’incontro con una studiosa dello Zibaldone come la prof.sa Viviana Cacciapuoti; quello storico-filosofico, secondo la sorprendente lettura che ne darà il prof. Lucio Villari, e infine una chiave popolare tutta nostra, ideata dall’attrice Mercedes Martini: Playing Leopardi, giocando/suonando/interpretando Leopardi: tornare al gusto di imparare a memoria i versi del poeta per cimentarsi in un grande gioco collettivo di piazza, una sorta di flash mob aperto a tutti.
Poi ho pensato valesse la pena, in tempi di disamore e anzi di ormai aperta anti politica, provare a riascoltare i padri di quella che ancora tutti, forse, riconosciamo come la stagione della Grande Politica. Riascolteremo riecheggiare nell’agorà storica della città le parole di Alcide De Gasperi, Nilde Iotti, Tina Anselmi, Bettino Craxi, rilanciate però da voci giovani, contemporanee, che ne raccolgano idealmente il testimone.
Infine la Parola nelle sue più diverse inflessioni: giornalistica (Ferruccio de Bortoli, Salvo Sottile), attorale e televisiva (Giulio Base, Flavio Insinna, Gioele Dix), cantautorale e musicale (Enrico Ruggeri, Emis Killa, Francesco De Gregori) e infine di incontro fra le fedi ma ancora una volta in chiave glocal, con un incontro fra tre eminenti personalità religiose locali delle comunità cattolica, evangelica e islamica ma precedute, per chi vorrà, dalla partecipazione alle celebrazioni delle rispettive comunità. E per completezza non va dimenticata la presenza al festival di un grande intellettuale ebraico come Haim Baharier.
Come sempre si finisce per citare i “nomi” che verranno in questi quattro giorni in città; in realtà è nella filigrana degli appuntamenti fitta di presenze e testimonianze locali che troverete l’anima più autentica di questo festival: ho provato ad ascoltare le voci della città, a coinvolgerle il più possibile in un progetto originale, imparando da loro ma cercando di rilanciarle in una dimensione che parlasse a tutti coloro che verranno a Chiavari nei giorni del festival.
Comunicare local in un mondo sempre più global, che poi in sostanza significa sempre più omologato e anonimo, è il sogno nel cassetto di ogni buon comunicatore. Ma so che anche la fusione delle due parole in GLOCAL, locale e globale insieme, sa di resa alla cultura dominante; specie in una città come Chiavari dove noi milanesi, meticci ormai privi di una lingua nostra, sentiamo riecheggiare una parlata genovese che ci intriga ma che in realtà non sappiamo decifrare.
Sarà l’invidia per il mondo piccolo, come lo definiva Guareschi, ad avermi tirato dentro questa avventura? Chissà, ma se dopo aver tanto criticato i nostri padri sulla stanca abitudine borghese dei fine settimana “al mare”, oggi ci ritroviamo con figli e nipoti a passeggiare sugli stessi lungomare del Tigullio dove ci portavano da bambini… ci sarà il suo motivo!

Festival della Parola 2015

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