E gira
gira su se stesso
il gufo ubriaco.
Si avvita
senza sapere il perché
sospinto dal vento.
Non smette
di pronunciare profezie
né
di scrutare
con lo sguardo fosforescente
le ombre della notte
nel vano tentativo
di mostrarmi il cammino.
A me che non voglio vedere.
Fausta Genziana Le Piane, Ostaggio della vallata, Tracce, 2014
Il gufo ubriaco si staglia assoluto e parodiante – come un cartone animato, liricizzato, del migliore Walt Disney… Fervono le movenze, il suo avvitamento ventoso dentro il vento, quel suo enigma consueto che profetizza all’uomo quasi uno specchio sarcastico di sé, una caricatura autoritratta della Natura… Ma all’atto della chiusa, Fausta Accelera, incarna la morale, solfeggia il motteto – si autoirri-de – fino a quasi diromperne, a pungersi e svolarne: “A me che non voglio vedere”.
Plinio Perilli
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