Tratto dal “FORUM Della BUONA VOLONTA’ MONDIALE” svoltosi il 18 novembre 2006 a Ginevra
da Italia Donna (vedi collegamento nella homepage)
Vorrei ringraziare Ghislaine della Buona Volontà Mondiale qui a Ginevra di avermi invitato oggi e grazie a voi di essere presenti. Spero mi perdonerete se parlo inglese e penso che siano disponibili delle traduzioni di questo testo se vi è difficile capire l’inglese.
Oggi parliamo del potere creativo della disillusione e vorrei farlo riferendomi al nostro modo di pensare alla politica nell’era della globalizzazione.
Che la maggior parte di noi sia già disillusa dalla politica non ci sorprende. Perciò, quello che oggi spero di raggiungere per tutti noi è capire più chiaramente perché siamo tutti così disillusi della politica. Più chiaramente vediamo la causa della nostra disillusione, tanto più rapidamente potremo cogliere un nuovo livello di pensiero e di azione politici veramente appropriato all’odierno mondo globalizzato.
Essere disillusi è essere disincantati. E’ giungere alla spesso allarmante conclusione che ciò che per lo più si riteneva vero, di fatto non lo è; è semplicemente un’illusione o non proprio ciò che sembrava. Il momento di disillusione è perciò un momento di crisi; un momento di panico mentale. Quando ciò avviene, quasi istintivamente cerchiamo la salvezza nel diniego psicologico piuttosto che andare coraggiosamente dove le nostre menti non sono mai andate prima. In termini globali, disillusione significa un crollo della nostra attuale visione del mondo; un periodo in cui metodi e istituzioni stabiliti non sono più legittimi per noi. Ma è anche un momento in cui possiamo essere aperti a nuove idee in grado di consegnarci il tipo di mondo che tutti noi desideriamo vedere. La disillusione è spesso il primo passo necessario; il caos dal quale può emergere un nuova ordine più elevato e inclusivo.
Ciò che spesso ci mantiene in uno stato di diniego psicologico non è tanto la paura, ma l’assenza di qualsiasi valida soluzione della nostra confusione. Senza una nuova barca per partire, pochi di noi saranno disposti ad abbandonare quella esistente. Così, oltre a identificare la causa della nostra disillusione riguardo la politica, presenterò anche ciò che spero accetterete come una nuova “barca” sulla quale poter ripartire; una nuova forma di politica globale che offre rinnovata coerenza e fiducia.
L’evidenza della disillusione politica in tutto il mondo è già ben chiara. Pochi come non mai hanno fiducia nei politici. Siamo alimentati di una politica di partiti avversari. Pochi di noi si preoccupano di votare nelle elezioni nazionali. I partiti politici sembrano sempre di più tutti uguali. Nessun partito maggiore sembra disposto ad affrontare le odierne sfide globali, come il riscaldamento globale e i nostri problemi globali sembrano soltanto peggiorare. Così, in tutto il mondo si sente la stessa storia. Ma perché è così? Perché il sistema della politica democratica per la quale i nostri antenati hanno tanto combattuto ora è diventata così impotente, vuota e inadeguata?
La risposta è proprio molto semplice. E’ che il concetto di nazione-stato sovrano basa sulla presupposizione che ogni governo ha la totale libertà d’azione e controllo entro i suoi confini. Da quasi trecento anni dalla nascita del moderno sistema di nazione-stato sovrano, nel 1648, è stato più o meno così; i governi hanno il controllo sostanziale delle popolazioni e degli affari entro i propri territori.
Ciò che recentemente è cambiato tanto drammaticamente con la globalizzazione è che corporazioni, investitori e banche possono facilmente spostare capitali, investimenti e impieghi da un paese all’altro. Così, invece di essere confinati entro i territori nazionali, dal 1980 in poi essi sono liberi di muoversi attraverso questi confini. In genere gli investitori e le corporazioni globali ora spostano lavoro e investimenti in qualsiasi parte del mondo dove possano ottenere un maggiore profitto finanziario.
Ma questa capacità del capitale e delle corporazioni di spostarsi attraverso i confini cosa ha a che fare con la nostra disillusione nella politica? Bene, ha molto a che fare e ve lo spiegherò. Investimento e lavoro sono fattori di cui tutti i governi hanno bisogno affinché le loro economie prosperino e per rimanere al potere. L’investimento porta lavoro; il lavoro porta ricchezza e la ricchezza porta voti. Ora però gli investitori e corporazioni possono muoversi attraverso i confini, le nazioni si trovano in una posizione in cui devono competere fra di loro per attrarre investitori e corporazioni. Se una nazione ha tasse elevate o un ambiente o degli standard di lavoro più costosi delle nazioni concorrenti, sarà perdente. Soffrirà di deflusso di impieghi, inflazione, instabilità monetaria e così via. Perciò, non sono più i governi a determinare le leggi e la politica che le corporazioni devono seguire, come era largamente il caso prima della globalizzazione, ora la paura che le corporazioni e gli impieghi possano andare altrove determina la politica seguita dai governi. Con la globalizzazione, ogni governo – indipendentemente dal partito al potere – deve seguire un’agenda sostanzialmente confacente al mercato e alle corporazioni. Questo è il motivo per cui qualunque partito eleggiamo, la politica attuata rimane sostanzialmente la stessa. La democrazia presuppone che i partiti, perfino i Verdi, devono perseguire le politiche dettate dal mercato. Questo è il punto chiave di cui vorrei disilludervi; potreste pensare di vivere in paesi democratici, ma non è così. Viviamo invece in ciò che chiamo pseudo-democrazia, in paesi in cui vi è soltanto l’illusione della democrazia.
Ciò che questo significa non è esagerato. Significa che tutto il nostro sistema di governo non può far fronte ad alcun problema che trascenda i confini nazionali. Prendiamo ad esempio il riscaldamento globale. In primo luogo il maggiore inquinatore- gli Stati Uniti- non ha incentivi per ridurre le sue emissioni e non coopererà con il protocollo di Kyoto. In secondo luogo, le nazioni che vi partecipano sono costrette a riduzioni relativamente limitate, perché se fossero maggiori costerebbero di più e le renderebbero meno competitive con le nazioni che non partecipano. Ne risulta perciò che tutti gli obiettivi sono mancati, gli Stati Uniti non fanno niente e il riscaldamento globale rimane largamente trascurato. Questo fenomeno di non cooperazione ha un nome: si chiama competizione distruttiva. Ed è lo stesso fenomeno che blocca il progresso di tutti i problemi globali, dal controllo degli armamenti ai paradisi fiscali e della povertà globale al regolamento dei mercati finanziari.
Ora, molti di voi sperano forse che le Nazioni Unite potrebbero un giorno assumere questo governo. La mia opinione personale è che le prospettive in questo senso non siano buone. Perché? Perché per governare globalmente e democraticamente le NU avrebbero bisogno prima di tutto di un parlamento eletto e le nazioni dovrebbero cedere volontariamente una parte della loro autonomia alle NU. In altre parole, le NU non possono fare niente se i governi nazionali non conferiscano loro qualche potere. Ma più le nazioni dovranno competere fra di loro per la superiorità economica e delle risorse, tanto meno vorranno rinunciare alla loro autonomia. Vi è dunque una contraddizione.
Il mio punto di vista personale è perciò che cercare di riformare le NU, “da cima a fondo” per così dire, in modo da portare la democrazia globale ai popoli del mondo, probabilmente non avrà successo. E’ invece mia opinione che la gente dovrà portare la democrazia alle NU, dal fondo in cima! Con questo non suggerisco di abbandonare gli sforzi per riformare le NU. Ciò che suggerisco è che ora vi è un’alternativa, abbiamo a disposizione mezzi complementari e altamente efficaci nella formazione della campagna per la Politica Simultanea (SP). Possiamo appoggiare l’opera delle NU, ma possiamo anche sostenere la SP.
Cos’è la SP e perché offre un’alternativa credibile?
La SP è due cose contemporaneamente: sia una politica per risolvere i problemi globali, sia un processo con cui i cittadini possono guidare i politici a promuovere questa politica. Come politica, la SP conterrà le necessarie misure per risolvere il riscaldamento globale, per imporre appropriate misure sociali e ambientali in tutto il mondo e per distribuire la ricchezza fra ricchi e poveri attraverso i confini nazionali. In breve, la SP dovrebbe contenere tutte le politiche necessarie che noi, gente, sappiamo necessarie per creare un mondo giusto e sostenibile. La SP non è un pacchetto di politiche designate da politici o da istituzioni globali non affidabili come la WTO: Essa è invece stata designata dai cittadini di tutto il mondo che la sostengono o con l’aiuto di esperti in politica indipendenti da essi scelti. Il punto chiave è tuttavia che la SP deve essere realizzata da tutte o da un numero sufficiente di nazioni simultaneamente. Una realizzazione simultanea significa che nessuna nazione, corporazione o nessun cittadino ci rimetta indebitamente rispetto a qualsiasi altro. La realizzazione simultanea rompe così il circolo vizioso di competizione distruttiva, elimina tutte le scuse di inazione o ritardo e consente a tutti noi – nazioni, mondo degli affari e individui – di cambiare dalla competizione distruttiva a una fruttuosa cooperazione globale.
La SP è quindi un processo: un processo politico non guidato da un governo o da partiti politici, ma dai cittadini.Per sostenere la campagna della SP i cittadini di tutto il mondo sono invitati ad adottarla. Adottare la SP significa impegnarsi, nelle prossime elezioni, a votare per qualsiasi politico, nei limiti del ragionevole, che si sia impegnato a promuovere la SP a fianco di altri governi. In alternativa, se abbiamo una preferenza per un partito particolare, adottando mezzi per incoraggiare il nostro partito ad assumere questo impegno.
Molti MP aderiscono alla SP semplicemente perché la considerano una buona idea. Però, da quando gli esiti delle elezioni parlamentari in tutto il mondo sono decisi sempre di più da un numero relativamente modesto di voti, non sono necessari molti aderenti alla SP per far sì che anche i politici più riluttanti o scettici la sostengano. Adottando la SP, noi cittadini possiamo così creare una situazione in cui i politici che non la sostengono rischiano sempre di più di perdere terreno rispetto a quelli che lo fanno. A tutt’oggi 17 MP dei principali partiti del Regno Unito hanno firmato l’impegno alla SP e speriamo in un aumento sostanziale nella prossima elezione generale. Parallelamente, facciamo progressi anche nell’Unione Europea e in altri paesi.
Comunemente, noi cittadini ci attendiamo che i nostri governi risolvano i problemi per noi. Ma i cittadini di tutto il mondo si rendono sempre più conto che saremmo stolti a lasciarli alle solite iniziative dei governi. L’attuale miserabile progresso del protocollo di Kyoto e altri accordi auspicati per risolvere i problemi globali, o sono inesistenti o probabilmente non avranno alcun effetto. Anche le NU, come abbiamo visto, sono ostacolate dalla propria inerente contraddizione. Ecco perciò perché ora i cittadini devono assumere la responsabilità di sostenere un processo che costringa i politici a risolvere questi problemi, ma deve farlo in modo che sia apartitico, democratico, inclusivo e non nuoccia alla competitività di nessuno. La Politica Simultanea (SP), grazie alla sua condizione di attuazione simultanea e ai suoi cittadini che votano l’impegno, è forse l’unica iniziativa che permetta ai cittadini di usare i loro voti nelle elezioni nazionali per guidare i politici di tutti i partiti a trovare soluzioni globali.
L’azione dei cittadini tramite SP è infatti vitale, non da ultimo perché senza un meccanismo come la SP, con cui i cittadini degli USA possono costringere il loro governo a cooperare, gli sforzi fatti unicamente dai governi, come il Protocollo di Kyoto, rimarranno inevitabilmente bloccati o inefficienti. Per questo motivo la SP offre ai cittadini di tutti i paesi un’alternativa potenzialmente molto efficace. E anche per i politici, sostenere la SP non è in conflitto con gli sforzi governativi, bensì parallelo e complementare.
Perciò, che si tratti di irresponsabilità corporativa, di riscaldamento globale o di qualsiasi altro fra i molti problemi globali, probabilmente nessuno di essi potrà essere risolto senza l’azione simultanea e transnazionale dei cittadini. Se siete d’accordo con me che i governi richiederanno probabilmente la pressione elettorale affinchè ciò avvenga, scegliere la SP è il mezzo a nostra disposizione e invito chi di voi non lo abbia ancora fatto ad adottare la SP. Penso inoltre che adottare la SP sia nostro diritto democratico globale e anche nostra responsabilità democratica globale.
Assumere la responsabilità come cittadini per risolvere i problemi globali, mi ricorda qualcosa che disse una volta l’attivista e conduttrice di campagna Marianne Williamson: ” La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è che siamo potenti oltre misura. E’ la nostra luce, non la nostra oscurità che ci spaventa. …Siamo nati per manifestare la gloria di Dio che è in noi. Non soltanto in qualcuno di noi; in Ciascuno! Liberi dalla nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri!”
La SP, suggerisco, è forse la prima e unica forma di politica elettorale quindi, oltre a sostenere le NU, vi invito anche ad adottare la SP; potete farlo semplicemente e gratuitamente visitando il nostro sito web www.Simpol.org. Dopo tutto, in questa era di globalizzazione, in questa sempre più pericolosa adolescenza dell’umanità, è con iniziative come la SP che noi cittadini possiamo dimostrare di essere potenti e responsabili oltre misura e che possiamo fare la nostra parte per aiutare l’umanità a raggiungere la nostra a lungo attesa, ma non necessariamente pressante, maturità evolutiva della specie.
Ottobre 2006
John Bunzl – fondatore e
International Simultaneous Policy Organisation
P.O. Box 26547, London SE3 7YT, UK www.simpol.org – info@simpol.org
Fonte: International Simultaneous Policy Organisation
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