di Wanda Montanelli
Rileggiamo insieme il suo capolavoro “Like a rolling stone”
Le critiche per il Nobel dato a Bob Dylan piovono da gente comune, poeti e letterati famosi, da Baricco a Murakami. Non va giù a molti che il premio dato ad Allen Zimmerman (vero nome di Dylan) vada ad affiancarsi a Carducci, Deledda, Hemingway, Montale.
Di questi ultimi tempi i criteri del comitato per il Nobel sono orientati a valutare positivamente lavori che esulano dalla scrittura classicamente intesa. L’Accademia di Svezia che ha insignito Dylan del Nobel ha motivato la propria scelta con queste parole. “Il Premio va a Mister Robert Zimmerman per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della grande tradizione della canzone americana”.
Il Nobel dato a Dylan, prestigiosissimo, si aggiunge però ad altri ambiti premi ottenuti dal cantautore. Ci sarà una ragione per tutto questo?
Negli anni Dylan ha vinto l’ambitissimo premio Pulitzer, l’Oscar, il Grammy e il Golden Globe. Davvero impressionante!
Comprendo però che molti possano non apprezzare che il filone “Letteratura” dei Nobel venga “contaminato” da composizioni che prevedono l’accompagnamento musicale. E’ un’uscita dagli schemi che apre a possibili future altre contaminazioni che non si sa dove porteranno.
Ci sono, infatti, lunghi elenchi di cantautori, pubblicati estemporaneamente per suggerire nomi parimenti meritevoli –secondo gli articolisti– del premio Nobel.
Fermiamoci però a Dylan visto che il premio Nobel è arrivato a lui. Facciamo una breve esegesi di quello che viene considerato il suo capolavoro, la canzone più bella in assoluto: “Like a rolling stone”. Una sorta di contrappasso dantesco per una ragazza ricca e viziata che rideva dei poveri e finisce imprevedibilmente a chiedere l’elemosina.
“Come una pietra che rotola”. Ecco un’analisi del testo trovata online:
La rivista Roling Stones, nello stilare la classifica delle migliori cento canzoni della storia del rock, ha scelto questo brano per il primo posto, davanti a Satisfaction dei Rolling Stones e Immagine di John Lennon. E per un artista che riesce a farsi apprezzare soprattutto per i suoi testi, le parole di questa canzone diventano davvero importanti. Il titolo è semplice: “come una pietra che rotola”.
Chi è la pietra che rotola? Una bella ragazza, nata ricca e corteggiata, che adesso si ritrova per strada, a chiedere l’elemosina, a mangiare nella mensa pubblica e senza una casa dove riposare. Lei è una dei milioni di senza tetto, senza nome, e senza una storia, che popolano le strade degli Stati Uniti.
Il testo è molto lungo e, fondamentalmente, abbastanza semplice.
Vediamo le frasi più interessanti:
Once upon a time you dressed so fine You threw the bums a dime in your prime, didn’t you?
Che si potrebbe tradurre come: “Una volta vestivi bene e la prima cosa che facevi la mattina era dare una moneta al barbone”.
Questa frase ha un doppio effetto: il primo è creare il contrasto tra la situazione attuale e il passato della ragazza ormai indigente; il secondo rammenta che i barboni non nascono tali, ma spesso provengono da situazioni agiate.
You used to laugh about
Everybody that was hangin’ out
Now you don’t talk so loud
Now you don’t seem so proud
Molto liberamente tradotto sarebbe: “Ridevi di tutti quelli che faticavano a stare a galla, ora non sei più così rumorosa, ora non sei più così orgogliosa”. Concetto molto chiaro, per sottolineare la vergogna che la ragazza prova in queste condizioni. L’autore formula anche il dubbio che si tratti di una persona che ha volontariamente scelto di vivere nella strada.
How does it feel
To be without a home
Like a complete unknown
Like a rolling stone?
Il ritornello suona come una spietata condanna: “Come ti senti? Senza una casa? Come una completa sconosciuta? Come una pietra che rotola?”
Insomma, in quattro righe è sintetizzata la nullità di una persona fallita.
You’ve gone to the finest school all right, Miss Lonely
But you know you only used to get juiced in it
And nobody has ever taught you how to live on the street
“Hai fatto le migliori scuole dolcezza …, ma nessuno ti ha insegnato a vivere nella strada”. Ancora una volta il poeta ci ricorda che un rovescio di fortuna potrebbe capitare ad ognuno di noi; che i barboni non nascono tali; che siamo impreparati a quello che può succedere. Il suo monito è indiretto, ma chiaro nell’intenzione di ridurre la sicumera e accorciare le distanze tra chi è ricco e fortunato e chi è ai margini della società.
Princess on the steeple and all the pretty people
They’re drinkin’, thinkin’ that they got it made
Exchanging all kinds of precious gifts and things
But you’d better lift your diamond ring, you’d better pawn it babe
“Tutta la bella gente adesso sta bevendo, pensando alle cose belle, scambiandosi regali… sarebbe meglio che tu impegnassi il tuo anello con diamanti…”.
Il messaggio è chiaro: “Smettila di pensare a quando tutto andava bene! Dimentica il tuo passato… ormai sei senza una casa… senza un nome… una pietra che rotola…”
La storia d’amore e di sodalizio artistico con Joan Baez
The barefoot Madonna” (la madonna scalza) era il soprannome di Joan Baez sin dalla sua prima esibizione a piedi nudi, nel 1059, durante Newport Folk Festival.
Joan Baez, ha portato al successo brani di musica folk con testi di impegno sociale.
Durante uno dei sui concerti dal vivo da cui derivano gli LP Joan Baez in Concert, Part 1 e Part 2 ( 1962 e 1963) Joan Baez presenta un allora meno famoso Bob Dylan, e da lì inizia il loro sodalizio artistico-sentimentale che dura dal 1962 al 1965.
Joan ha poi dato voce ai testi di Bob Dylan, ma il suo successo è spesso dovuto ai brani di sua creazione, improntati sui diritti civili. Tra questi We Shall Overcome, diventato un inno alla libertà.
La sua partecipazione a fianco di Martin Luther King durante la “marcia” su Washington nel 1963 è annotata trai grandi eventi dei movimenti per la libertà degli anni sessanta.
Buon ascolto: Like a rolling stone:
Bob Dylan – Like a Rolling Stone Lyrics HD on Vimeo
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