Ho letto uno stimolante articolo di Jean Baudrillard, apparso su “Le Nouvel Observateur”, raccolto da Aude Lancelin e Marie Lemontier, tradotto da Anna Bissanti e pubblicato su “La Repubblica” del 9 dicembre alle pp. 1 e 20. L’articolo trae spunto dal fallimento del consenso alla Costituzione europea per puntualizzare due concetti: il divario fra i vertici della politica e le masse, il rifiuto dei cittadini nei confronti di chi, in nome della democrazia, impone i suoi dictat. E mi viene in mente una mia reazione istintiva nei confronti dell’atteggiamento di un politico il quale, parlando di se stesso e dei suoi colleghi, si definiva “classe dirigente”. In quel momento mi son chiesta: “Dirigente di chi e verso dove?”. Mi viene in mente pure la definizione di “pecore smarrite” data a donne di non ben definibile e rassicurante schieramento. Questa etichetta presuppone che chi ha ideato questa definizione si sente in cuor suo pastore o pastorella. Forse i politici e i politologi ignorano che la realtà umana è molto più complessa di quella che pretendono di conoscere e di voler ‘ingabbiare”. Molto saggiamente J.Baudrillard si domanda: “Dove si è andati a pescare che le esigenze profonde erano quelle del sociale e dell’economia…”. Quando si parlava di Europa unita -me lo ricordo bene- il riferimento era prevalentemente di tipo economico. Non un cenno era fatto all’identità cuturale dei singoli stati, al problema della lingua veicolare, alle questioni educative, a un modello di scuola europea che rispettasse la molteplicità dei vari stati. Tutti questi aspetti apparivano, evidentemente, trascurabili di fronte al problema della moneta unica che sembrava essere l’unico assillo dei politici. I cittadini, presi nella loro globalità non arrivano ad identificare tutti questi aspetti, ma il loro “no” è una reazione dignitosa nei confronti di chi vuol ridurre tutto a dei parametri oggettivi che non riflettono ma che avviliscono, esemplificandola ad oltranza, la realtà dell’essere umano, che, per sua fortuna, è di gran lunga più variegata e molteplice.
Antonia Chimenti
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