Non solo è scandalosa l’indifferenza di fronte ad una manifestazione di eroismo e di fedeltà ai principi, come quella di Wanda Montanelli, ma lo scenario della politica, tale quale lo relazionano i giornali, visto dall’esterno, offre motivo di serie preoccupazioni.
Su scala mondiale si affronta il grave problema dello choc fra culture e quello ancor più terribile della coesistenza di situazioni tragiche, sul piano della sopravvivenza della specie, ai limiti della decenza, in netto contrasto con società disgustosamente e volgarmente ricche di superfluo.
In Italia alcuni leaders “sfarfalleggiano” sui problemi, o meglio li evitano e si aggrediscono con un uso rozzo del linguaggio.
Il principio di Wanda Montanelli è rispettabile e merita la doverosa attenzione, ma non basta, purtroppo, a cancellare odi che costituiscono l’elemento propulsore di antagonismi, nei quali le donne, ancora una volta, quando sono presenti, lo son o solamente nella funzione di assistenti, di segretarie, di dolci e docili consigliere…
Credo che l’ambiguità di fondo si potrà risolvere solamente quando si sarà capito che ognuno deve fare per se’. La donna la politica la deve fare da donna, non come supporto agli uomini. Altrimenti non cambia nulla, né in casa, né fuori. Netta divisione dei ruoli, dunque, ma anche netta libertà di fare o non fare politica. E` una strada dura da percorrere, anche perché certe posizioni maaschili evidenziano scarsa maturità, scarso auto-controllo, minuziosa attenzione a dettagli futili. Paideia (educazione) e politeia (politica). Prima viene l’educazione e poi, a corollario, la politica; altrimenti lo spettacolo continua ad essere quello di rozzi gladiatori di romana memoria.
Piena solidarietà a Wanda Montanelli, pieno rispetto per la sua rigorosa manifestazione di coerenza, ma un invito a pensare che il primo dovere l’abbiamo verso noi stessi. Di olocausti femminili se ne consumano anche troppi, in casa e fuori, purtroppo.

Antonia Chimenti

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