L’uomo che con 50mila euro si è tolto lo “sfizio” di uccidere un leone (tra l’altro abituato a vedere uomini e quindi semi-addomesticato: è stato facile attirarlo con un trucco fuori dalla riserva in cui viveva protetto) voleva fare il fico, il grande cacciatore di belve per vantarsi con tutti i suoi amici, invece la cosa si è saputa in tutto il mondo e ha fatto la figura del cog… sui social.
Il Corriere oggi parla di “scemo del villaggio” globale e critica questa sorta di gogna mediatica (social) a cui viene sottoposto.
Io invece rivendico la mia “inciviltà”, sono pienamente d’accordo con la gogna e d’accordo anche con Mia Farrow che ha pubblicato il suo indirizzo, affinché mai nessuno più vada a farsi curare i denti da questo personaggio. È gente sadica che non mi suscita alcuna pietà. Avrei questo atteggiamento di fronte al bracconaggio di qualsiasi animale, a fortiori per un felino. (w.m.)
Il dentista americano killer di leoni e la gogna di Mia Farrow
Walter Palmer, 50enne dentista del Minnesota, è il cacciatore che ha ucciso Cecil, il leone simbolo dello Zimbabwe.
Su Palmer sono piovute le critiche di mezzo mondo
Ignorava che il leone cacciato e ucciso fosse un’icona del parco nazionale Hwange nello Zimbabwe, ma soprattutto pensava che fosse tutto legale. Così il dentista americano Walter James Palmer (nella foto con gli occhiali) ha ammesso con uno scarno comunicato di aver ucciso Cecil, leone di 13 anni simbolo del parco africano (Ansa)
Rendete una persona che fa un lavoro ben pagato e poco amato, se non odiato, da tanti. Fategli fare una cosa terribile, oltre che molto probabilmente illegale. Infine, per non farsi mancare nulla, fategli dire una cosa molto stupida. Il risultato? Walter Palmer, 50enne americano diventato lo scemo del villaggio globale di questa estate. Fa il dentista in Minnesota, mestiere associabile al dolore e a buoni guadagni; avrebbe speso 50 mila dollari per uccidere un leone in Zimbabwe; dopo aver scoperto che il leone, Cecil, è la creatura simbolo del Parco Hwange in Zimbabwe, nel tentativo patetico di giustificarsi con i pazienti della sua clinica ha detto: scusate, non sapevo che fosse un leone famoso.
La notizia tra giornali e social è esplosa, generando un’ondata di odio che si è mescolata allo sconcerto per la morte dello stupendo animale. Qualcuno però ha voluto spingersi oltre, anche tra i vip confusi nella folla elettronica indignata. Sharon Osbourne, moglie della rockstar Ozzy, ha augurato la morte al dentista novello «Satana», mentre l’attrice Mia Farrow ha pubblicato l’indirizzo della clinica del dentista – per chi se lo fosse perso – diventato in breve tempo meta di un risentito e paradossale pellegrinaggio, con adulti e bambini (alcuni dei quali travestiti da leone) che vi depongono peluche, davanti a cartelli che minacciano il dentista che l’associazione animalista Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) vorrebbe vedere morto. Dopo essere stata sommersa dalle critiche, Farrow ha cancellato il cinguettio.
Quindi? C’è un colpevole di cui si devono occupare le autorità competenti. Ma attenti a non trasformare l’indignazione social in un linciaggio reale. La caccia al mostro rischia di far diventare un po’ mostri anche quanti difendono, giustamente, i diritti degli animali da certi esseri umani decisamente disumani. (Luca Mastrantonio)
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