di Andrea Gallo
edito da Aliberti, 2011
«Sperate nell’impossibilità, perché Dio è oltre l’impossibile» (Don Andrea Gallo). Per capire attraverso quali parole Don Andrea Gallo prega, esce in allegato al libro il suo personale e originalissimo breviario: “Le preghiere di un utopista”. «Quando gli uomini e le donne cercano di entrare in contatto con Dio, allora nascono le preghiere: ci sono anche delle formule prefissate, ma la vera preghiera è l’espressione che viene dal profondo del cuore». — «Il Vangelo è vita, è liberazione, è il gusto e il rischio della vita». Partendo dal concetto di utopia di Eduardo Galeano, don Andrea Gallo ci spiega: «Quando sei convinto che a trecento metri ci sia quello che vuoi raggiungere, li percorri e ti rendi conto che l’utopia è trecento metri più in là. Per questo ti dici: “Allora è veramente irrealizzabile”. Invece no, perché c’è un aspetto positivo: che si sta camminando, e l’utopia si realizza strada facendo». Nel portare da oltre cinquant’anni il messaggio di Gesù, sempre sulla strada, sul marciapiede, sempre in mezzo agli ultimi, don Gallo ha messo insieme i suoi sei personalissimi Vangeli. Il primo è il messaggio che tutti, credenti e non credenti, possono cercare la verità costruendo un’unica grande famiglia umana. Il secondo è la Pace, la giustizia verso i più poveri, i senza dignità, non come frutto della carità-elemosina, ma del riscatto storico e della giustizia. Il terzo è appunto l’utopia, perché Gesù è nell’orizzonte della speranza del regno. Il quarto è la sobrietà, primo passo verso la solidarietà; il quinto, la Costituzione della Repubblica italiana, che è democratica, laica, antifascista, «e non è un optional, l’antifascismo, per nessun cittadino». L’ultimo è il “vangelo” lasciatoci da Fabrizio De André ed Ernesto Balducci, i quali ci dicono che «l’unica strada possibile è incarnarsi nella vita dei poveri e degli esclusi, non per essere travolti e abbassati, ma per vivere insieme a loro la liberazione reale». Con la stessa energia che lo porta a girare di notte per i carrugi di Genova per aiutare chi soffre, con la stessa generosità che lo vede conferenziere in giro per l’Italia, don Gallo consegna alla parola scritta la sua personale utopia, che è poi la stessa del Vangelo: cambiare il nostro quotidiano e, di conseguenza, cambiare il mondo.
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