Donne cercano di esprimere femminilità nonostante la sharia
Roma, 28 lug. (Apcom) – “La mia abaya (mantello tradizionale delle donne musulmane, ndr) – la scelgo in base ai colori del mio vestito e agli accessori, perciò sto attenta ai colori che la compongono”, racconta la giovane Hanan Said. Il quotidiano panarabo Al Sharq Al Awsat ospita oggi un curioso reportage sull’abbigliamento femminile in Arabia Saudita, dove le ultime tendenze in fatto di moda e femminilità cercano un compromesso con i dettami della legge islamica. La moda, nel regno wahabita, insegue così soluzioni “che diano vivacità e piacere agli occhi altrui”, come spiega la stilista Lamia Al Kuwaiti che predilige “un’abaya in tessuto molto leggero, stile Emirati Arabi” perché “così esalta quello che una donna porta sotto”. Halima Mudaffar, la giornalista che scrive da Gedda, racconta un mondo -quello delle donne nel paese islamico più conservatore- vivace e sorprendente per lo spirito con cui le donne cercano di convivere con una realtà sociale non proprio liberale. Il colore del mantello, per esempio, è motivo di grande interesse, come afferma Al Kuwaiti “è naturale che molte donne si stanchino del nero, oltretutto è un colore che assorbe il calore e, a differenza dei colori chiari, causa sofferenza”, e prosegue “le adolescenti ricorrono ai mantelli colorati anche per rompere la routine e cercare un modo per distinguersi”. Anche il taglio della abaya è messo in discussione, piacciono di più “il collo cinese e alla marocchina, molto apprezzati dalle giovani donne” dice sempre la stilista. La nuova moda delle abaye colorate desta entusiasmo anche fra gli intellettuali, come la sociologa Maha Abdel Majid, che commenta: “Cambiare i colori del velo delle ragazze? Non trovo alcun problema, oltretutto i colori donano vivacità ma non attraggono troppo gli sguardi indiscreti”, e aggiunge: “l’importante è che l’utilizzo del velo e della abaya svolgano la loro funzione”. La sociologa è convinta che la donna saudita “trova nel contatto con le altre culture musulmane, come quella egiziana e marocchina, motivo di apertura, anche in altri campi”, perché “onestamente c’è bisogno di rinnovarsi, entro limiti della logica. Il colore ha una dimensione psicologica e trasmette a chi guarda la donna un’impressione emotiva”. Abdel Majid conclude: “Colorare il mantello fa parte dell’amore per la vita: è come se una ragazza volesse dichiarare la propria gioia e la propria femminilità, dimostrare che è sempre alla ricerca della bellezza”.
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