di Sofia Verza
Anche chi difende gli altri può venire minacciato. E a sua volta ha bisogno di essere difeso. Gli attivisti ambientali che difendono i territori dall’ingordigia delle multinazionali, gli avvocati che vengono stigmatizzati sulla base dell’imputato che decidono di rappresentare, i giornalisti che riportano storie scomode, sono difensori dei diritti umani. Spesso si tratta di figure sgradite alle logiche del potere economico o politico e per questo ricevono minacce fisiche o psicologiche: di conseguenza, sono necessari dei meccanismi di protezione per prevenire e rispondere a tali minacce.
Un report dell’associazione irlandese Front Line Defenders calcola che solo nel 2016 sono stati almeno 280 i difensori e le difensore dei diritti umani uccisi nel mondo. Quasi la metà erano leader indigeni, attivisti ambientalisti e per i diritti della terra. I casi di arresti, minacce e torture sono stati più di mille, il doppio rispetto al 2015.
Non si tratta solo di rivalse private, ma a volte questi soprusi sono compiuti anche dalle autorità pubbliche, come spesso avviene ad esempio in Colombia o nelle Filippine. Le minacce istituzionali non si limitano agli omicidi, ma sono spesso legittimate dal sistema giuridico degli stati: in almeno 60 paesi esistono o stanno nascendo leggi repressive nei confronti delle organizzazioni non- governative che si occupano di diritti umani.
Un altro strumento utilizzato contro i difensori dei diritti umani è la loro delegittimazione agli occhi dell’opinione pubblica: ad esempio, in Europa si assiste ad un attacco contro le organizzazioni che si occupano di assistenza ai migranti. Eclatanti i casi di Ungheria, Polonia, Grecia, Turchia e recentemente, dell’Italia, dove è in corso una vera e propria campagna diffamatoria contro le ONG.
In Difesa Di…
Alla luce di queste problematiche, nel 2016 è nata in Italia la rete In Difesa Di, che unisce oltre 30 associazioni italiane attive nel campo di diritti umani, ambiente, solidarietà internazionale, pace e disarmo, diritti dei lavoratori, libertà di stampa e stato di diritto. Tra queste associazioni ci sono Yaku -che lavora sulla difesa delle risorse naturali in America latina-, Endangered Lawyers -che difende gli avvocati minacciati nel mondo- e Giuristi Democratici, che promuove l’attuazione dei principi democratici ed antifascisti. Queste associazioni hanno deciso di unire le forze per chiedere a Parlamento, Governo ed enti locali di individuare strumenti e meccanismi che garantiscano la protezione dei difensori dei diritti umani in Italia.
A livello internazionale ed europeo esistono già alcuni meccanismi di protezione: nel 1998, l’ONU ha realizzato una Dichiarazione sui Difensori e le Difensore dei Diritti Umani, che definisce come difensore chiunque lavori, a livello individuale o insieme ad altri, per promuovere e proteggere i diritti umani in modo non violento. Tale Dichiarazione accorda ai difensori una serie di diritti, tra cui il diritto ad essere difesi, di assemblea e associazione, di sviluppare e discutere nuove idee per la protezione dei diritti umani, di criticare il governo e fare proposte per migliorare il suo operato.
L’Unione Europea ha predisposto una “Piattaforma di Coordinamento per l’Asilo Temporaneo dei Difensori dei Diritti Umani” (EUTRP) e adottato delle linee guida per la protezione dei difensori dei diritti umani in Europa. I Paesi europei più efficienti in questo campo sono Irlanda, Finlandia, Spagna, Olanda e Repubblica Ceca. Gli strumenti spaziano dalla concessione di permessi di “asilo temporaneo” per chi non si sente più sicuro nel proprio paese d’origine, alla creazione di “Sheltered Cities”: in Olanda, è possibile chiedere alloggio temporaneo in sei città, ricevendo anche vitto e assicurazione sanitaria. Oltre all’offrire un rifugio temporaneo, questa iniziativa è utile a livello simbolico: ospitare un difensore dei diritti umani minacciato lancia un messaggio al suo paese d’origine, comunicando che il caso è stato seriamente preso in considerazione dalla comunità internazionale.
Sempre all’ONU, nel 2000 è nata la figura del Relatore Speciale sui Difensori/e dei diritti umani. Questo ruolo è oggi ricoperto da Michel Forst, che è stato in visita in Italia dal 7 al 9 Maggio scorsi. A Roma, Forst ha incontrato la rete In Difesa Di e gli sono stati consegnati dei report sui soprusi perpetrati in varie regioni del mondo contro i difensori e le difensore dei diritti umani. Tra questi, Yaku ha consegnato un report dettagliato sulle violazioni dei diritti umani realizzate delle multinazionali- anche italiane- contro le popolazioni indigene e l’ambiente in Colombia.
Francesca Caprini, presidentessa di Yaku, ha spiegato ad Unimondo che “tra risultati più importanti dell’incontro con Forst è emersa una speciale attenzione verso le donne, che sono spesso le principali vittime della repressione. Inoltre, Forst ha dichiarato che è nell’interesse dell’ ONU aprire un Focal Point di monitoraggio in Colombia, dove sono state perpetrate circa 120 delle uccisioni contro attivisti per i diritti umani nel 2016 (quasi la metà) – proprio nell’anno in cui in Colombia sembrerebbe essersi avviato un processo di pace tra il governo e le FARC (Forze Armate della Rivoluzione Colombiana)”. Inoltre, Forst ha mosso un’aperta critica ai partiti italiani che delegittimano le ONG attive nel Mediterraneo.
Il ruolo del Relatore ONU è proprio incoraggiare i governi ad adottare misure efficaci per la difesa dei difensori dei diritti umani. Per incoraggiare le istituzioni italiane, la rete In Difesa Di ha presentato una risoluzione al Parlamento, approvata dalla Commissione Esteri della Camera dei Deputati il 31 Gennaio 2017. “L’approvazione impegna il Governo italiano ad adottare le linee europee sulla difesa degli attivisti per i diritti umani”, ha spiegato Francesco Martone, responsabile advocacy dell’associazione. Per ora, tale difesa riguarderebbe i difensori extra-europei che potrebbero così trovare rifugio in Italia, ma non si esclude che in un futuro tali misure di protezione potrebbero essere rivolte anche ad attivisti, giornalisti e difensori europei.
Tra i prossimi appuntamenti di In Difesa Di, il 30 Maggio la rete incontrerà il Vice-Ministro degli Esteri Mario Giro, perchè rimanga alta l’attenzione delle istituzioni verso la risoluzione approvata dalla Commissione Esteri. Il prossimo autunno, Yaku terrà un incontro pubblico a Trento per fare il punto delle evoluzioni e delle conquiste di questa coraggiosa iniziativa.
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