MUTILAZIONE GENITALI ‘DEVONO FINIRE E SUBITO’
(ANSA) – BRUXELLES, 6 FEB – ”Non dobbiamo chiudere gli occhi sulla pratica da aborrire della mutilazione dei genitali femminili”, un uso ”che non puo’ essere giustificato da nessuna cosiddetta tradizione”: lo ha detto Benita Ferrero-Waldner, commissario Ue per le Relazioni esterne, aggiungendo che questa pratica ”deve finire, e deve finire subito”. Parlando in occasione della Giornata internazionale contro la mutilazione dei genitali delle donne, la commissaria ha sottolineato che ”si stima in 150 milioni il numero delle donne che soffrono per tutta la vita le conseguenze di questa pratica particolarmente nociva. E si tratta di quelle che sopravvivono. Ogni anno, circa due milioni di ragazze vengono sottoposte a questa sofferenza”. Per la Ferrero-Waldner, ”l’Unione europea continuera’ a fare quello che puo’ per mettere fine a questa pratica, che viene attuata non soltanto al di fuori dei nostri confini, ma anche all’interno”.
TURCO: NON C’E’ ALLARME SOCIALE IN ITALIA
Presto linee guida per operatori
Roma, 6 feb. (Apcom) – Nel nostro Paese non esiste un allarmesociale sul fenomeno delle mutilazioni genitali femminili (Mgf). Il ministro della Salute, Livia Turco, intervenendo al convegno organizzato dal ministero per le Pari opportunità, in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili (mgf), traccia un quadro completo del fenomeno Mgf in Italia. Fenomeno che da noi, dice Turco “è contenuto”. E aggiunge: “è un numero relativamente basso quello delle donne che hanno subito mutilazioni prima di arrivare nel nostro Paese, parte di esse crede, poi, in queste tradizioni, e alcuni bambini potrebbero rischiare la mutilazione. Un solo caso di mutilazione, però, che dovesse capitare nel nostro territorio sarebbe un fatto gravissimo”. Ecco perchè secondo il ministro è necessario stare sempre in guardia. A questo proposito sono allo studio delle linee guida per gli operatori sanitari. Il documento, di cui è già pronta una bozza, “non è solo di tipo tecnico – spiega il ministro – ma di promozione culturale. La base è la dignità della persona e del diritto di decidere del proprio corpo”.
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