(ANSA) – ROMA, 17 FEB – Il parlamento ascolti la voce delle donne immigrate in tema di mutilazioni genitali femminili. Per questo motivo, alcune associazioni di immigrate hanno scritto al Presidente della Camera, Pierferdinando Casini, chiedendo di rimandare il dibattito in aula sulla proposta di legge contro le mutilazioni dei genitali femminili in modo da rendere possibili le audizioni con le donne immigrate.L’iniziativa e’ di alcune organizzazioni attive a Roma (Nodi e Ospedale S. Gallicano), Milano (Donne in rete), Torino (Alma Mater), Livorno e Firenze (Nosotras) che oggi si sono confrontate con le parlamentari delle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera in un incontro organizzato dall’Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo). Le donne immigrate ritengono di dover essere ascoltate dai parlamentari visto che da anni, all’interno delle rispettive
associazioni, lavorano con gli strumenti del dialogo e dell’informazione per evitare che le famiglie immigrate dall’Africa in Italia sottomettano le proprie figlie a questa pratica.
Insieme all’Aidos, le donne immigrate – riferisce un comunicato – sostengono che contro le mutilazioni dei genitali una legge penale non puo’ essere efficace senza una adeguata campagna di informazione, anzi, che una legge penale rischia di creare drammi ancora piu’ gravi, perche’ rischia di privare le bambine dei propri genitori soprattutto se si mantiene la proposta di espulsione dall’Italia. E parlano di un’Italia dell’ immigrazione che gia’ sta cambiando, che non e’ piu’ cosi’ propensa a mutilare le proprie figlie. Elettra Deiana (Rifondazione comunista) ha sottolineato le difficolta’ incontrate dai parlamentari per la definizione del reato e la gradazione delle pene mentre Tiziana Valpiana (Rifondazione comunista) la necessita’ di approntare uno strumento legislativo di tipo sociale fornito di adeguate risorse finanziarie attualmente sono previsti solo 5 milioni di euro – per avviare quelle campagne che sostengano il processo di cambiamento gia’ in atto e di cui le donne sono protagoniste. Acceso il confronto con Carolina Lussana (Lega Nord), relatrice della legge, che si e’ detta disponibile a sopprimere l’articolo relativo allespulsione, ma decisa nel mantenere il massimo delle pene, con una gradazione oscillante tra 6 e 12 anni di carcere. Aidos, che ha promosso questa prima occasione di confronto tra parlamentari e donne immigrate, ”continuera’ – ha detto la presidente Daniela Colombo – il suo lavoro di pressione importante delle relazioni sempre piu’ forti con le donne africane che vivono nel nostro paese”.
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