LOMBARDIA LANCIA OSSERVATORIO DATI ANCORA IMPRECISI
(ANSA) – MILANO, 25 GEN – In Italia potrebbero essere 40 mila le donne che hanno subito mutilazioni genitali, ma il condizionale e’ d’obbligo perche’ non esistono dati precisi sull’infibulazione nel nostro paese. Per riuscire ad ottenerli, la Regione Lombardia ha deciso di organizzare il primo monitoraggio sistematico in Italia del fenomeno che nel mondo riguarda 140 milioni di donne e circa 2 milioni di bambine ogni anno. La pratica dell’infibulazione, infatti, e’ un’antica tradizione in molti Paesi (25 dei quali africani) e continua ad esserlo anche se e’ un procedimento violento, che alle donne provoca molti danni, come infezioni e addirittura sterilita’, oltre a problemi al momento del parto. Informazioni che le stesse donne devono avere, ma che devono avere soprattutto i medici che le hanno in cura. Con l’aumento dell’immigrazione, infatti, i ginecologi si trovano a dover trattare sempre piu’ spesso pazienti che hanno subito mutilazioni. Per questo il progetto biennale della Regione elaborato con l’associazione ‘Donne in rete per lo sviluppo e la pace’ e l’aiuto dell’ospedale San Paolo e del San Carlo di Milano ha come scopo prima di tutto di monitorare il fenomeno per sapere quante sono e da dove vengono le donne che hanno subito mutilazioni, ma poi anche momenti di informazione per medici, ostetrici e per le stesse donne, perche’ sappiano che e’ possibile farsi deinfibulare e per fare in modo che lo stesso destino non capiti alle loro figlie.
”Questa e’ un’iniziativa dovuta – ha spiegato l’assessore regionale alla Sanita’ Carlo Borsani – non solo dal punto di vista sanitario, ma anche culturale, nell’ottica del rispetto della donna”. E proprio parlando di rispetto della donna, l’europarlamentare di An Cristiana Muscardini ha chiesto all’Unione Europea di dichiarare l’8 marzo giornata europea contro la violenza sulle donne e le mutilazioni genitali. ”Per avere senso – ha spiegato Muscardini – l’8 marzo deve essere dedicato a qualcosa che colpisce la dignita’ femminile”.
LOMBARDIA MONITORAGGIO PREVENZIONE MUTILAZIONI
STANZIATI 100 MILA EURO DALLA REGIONE
Milano, 25 gen. (Apcom) – Partirà dalla Lombardia, con uno stanziamento di 100 mila euro, il primo monitoraggio sulle dimensioni effettive del problema delle mutilazioni genitali femminili tra le immigrate nella regione Lombardia. Il progetto, che avrà durata biennale, mira a promuovere ricerche, azioni e misure preventive da introdurre nel territorio per superare la pratica della mutilazione in un contesto ad alto tasso di immigrazione come quello lombardo. “La Regione Lombardia – ha detto l’assessore regionale alla Sanità Carlo Borsani, presentando l’iniziativa – proprio in conseguenze degli importanti flussi migratori intervenuti nell’ultimo decennio, vuole innanzittutto capire la dimensione di un fenomeno praticato in più di 40 Paesi, di cui 25 africani, che ha spesso origini antichissime e radicate nelle differenti culture di quei paesi”. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è quello di prevenire i rischi per la salute e le complicazioni immediate evidenziate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di chi, e nella maggior parte dei casi si tratta di bambine, è costretto a sottoporsi a tali pratiche. Noi non intendiamo criminalizzare le diverse
comunità, all’interno delle quali si praticano tali mutilazioni, ma avviare un positivo confronto a tutela della salute e della dignità delle donne”. Il progetto – sviluppato con l’associazione “Donne in rete per lo sviluppo e la pace” – coinvolge come partner l’ospedale S. Paolo e l’ospedale S. Carlo di Milano, vari consultori di zona attivi da anni nell’assistenza sanitaria ai cittadini stranieri e il progetto “Idil” dell’associazione ‘Donne in rete’ che, come ha ricordato Cristiana Muscardini, componente commisione Sanità al Parlamento europeo, è finanziato dal programma europeo Daphne. Il piano si svolgerà in due fasi: nella prima saranno definiti gli strumenti attraverso una mappatura dei materiali, dei gruppi e delle comunità coinvolte; la seconda fase prevede la sensibilizzazione e l’elaborazione dei modelli d’intervento e la successiva diffusione dei risultati. Il progetto prevede inoltre la creazione di un sito web e una serie di campagne informative.
Commenti