Delt@ Anno IV, n. 39 del 23 febbraio 2006
(Roma). Le parlamentari Ds Beatrice Magnolfi, Giovanna Grignaffini, Elena Montecchi, Raffaella Mariani, Roberta Pinotti, Grazia Labate, Alba Sasso, Elena Cordoni, Katia Zanotti, Marida Bolognesi e Lalla Trupia, si schierano al fianco delle giornaliste Rai, che denunciando un’insopportabile discriminazione hanno chiesto al CdA quote rose rispetto alle nomine. E a dimostrazione di una Rai che lottizza e discrimina le donne – fanno notare le parlamentari, basta guardare le ultime nomine, come quella ad esempio, a direttore della seconda rete televisiva.
“Le donne, come hanno sostenuto le giornaliste protestando col direttore generale Meocci – rileva la nota congiunta delle parlamentari – hanno guadagnato posizioni in questi anni, possono “condurre un giornale, coordinarlo, essere inviate” e morire nelle guerre, ma la loro carriera si ferma li”.
‘Nessuna donna, per esempio, nel pacchetto di nomina per le corrispondenze estere –denunciano ancora le parlamentari – pochissime quelle che arrivano al ruolo di dirigente dei Tg. Come parlamentari dei Democratici di sinistra, sosteniamo la battaglia delle professioniste dell’informazione e siamo al loro fianco per un servizio pubblico, ma anche privato, che valorizzi la loro competenza e i ruoli acquisisti in questi anni”.
A condividere e sostenere la protesta anche la ministra per le Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, che trova la richiesta di quote rosa per le posizioni apicali dell’azienda, legittima.
“Esistono per le giornaliste, nonostante siano apprezzate – dichiara la ministra – e ottime professioniste dei problemi di carriera all’interno della Rai, ma non si capisce poi perché. La percentuale di donne che ha assunto una carica di responsabilità é minima, vicina allo zero, anche quando la Rai ha avuto presidenti donne”.
“Grande visibilità senza potere né responsabilità decisionale, questa é la realtà professionale delle giornaliste impegnate nell’informazione radio televisiva”. Questo invece il commento di Elettra Deiana, parlamentare di Rifondazione comunista di fronte all’ennesima cancellazione delle giornaliste dal pacchetto di nomine approntato dalla Rai.
“Sono d’accordo con la scelta che le giornaliste di tutte le redazioni televisive e radiofoniche hanno fatto di proporre l’introduzione di quote rosa nelle strutture dirigenziali delle testate Rai a tutela di spazi decisionali e di responsabilità che continuano ad essere negati alle donne – continua Deiana, aggiungendo che si tratta di una scelta che a questo punto diventa l’unico strumento possibile per sanare l’iniqua discriminazione a cui sono sottoposte malgrado l’altissimo livello di professionalità che quotidianamente dimostrano, dai telegiornali, alle rubriche, ai teatri di guerra dove sempre più spesso le inviate sono donne. La richiesta delle quote rosa in Rai è, dunque, una provocazione che coglie appieno un problema reale così come la stessa richiesta lo ha colto per rivendicare una maggiore presenza femminile nel Parlamento e nelle Istituzioni di questo Paese. Una provocazione – conclude la parlamentare di Rc – che si spera contribuisca a depotenziare e delegittimare la pretesa maschile di occupare tutti gli spazi e i ruoli della scena pubblica”.
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