Wanda Montanelli (Italia dei valori) sciopera da oltre 200 ore. I medici: è in pericolo.
Nelle liste elettorali tante donne ma tutti sanno non potranno essere elette
lunedì 6 marzo 2006 – da womenews.net
di Maria Russo
Pubblichiamo il testo di un intervista a Wanda Montanelli, esponente dell’Italia dei valori sta facendo, da più di 200 ore, uno sciopero della fame per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi dell’equilibrio della rappresentanza e sulla necessità di valorizzazione dell’impegno politico femminile speso all’interno dei partiti.
Il referto di ieri ha sconsigliato il proseguire del digiuno e ha prescritto un ricovero che Montanelli ha rifiutato. Tra le attestazioni di solidarietà si registrano quella di Luciana Sbarbati, Segretaria nazionale MRE che, pur dichiarandosi convinta della giustezza degli obiettivi politici e sociali che Montanelli intende perseguire, ha cercato di dissuadere l’esponente IdV dal continuare lo sciopero della fame. Così Rita Capponi, presidente del Comitato di pressione per le leggi paritarie, ha emesso un comunicato di supporto a Wanda Montanelli e invitato le associazioni che a lei fanno capo di sostenere questa coraggiosa battaglia per la parità tra donne e uomini. Sono oltre 13mila le attestazioni di solidarietà e sostegno pervenute nell’ultima settimana via e-mail, telefono e fax alla responsabile nazionale del Dipartimeno Pari Opportunità dell’Italia dei Valori, Intanto, il giornale “Orizzonti Nuovi”, organo ufficiale dell’Italia dei Valori, ha aperto sul proprio sito Internet un forum di discussione sullo sciopero della fame di Montanelli
Da più parti sono arrivati appelli ai leader politici, Lei stessa ne ha inviato uno, affinché venga rispettata la parità della rappresentanza femminile nelle liste elettorali. L’ Italia dei Valori ne ha tenuto conto?
Devo purtroppo dire di no, ed è per questo che ho iniziato dal 25 febbraio a fare lo sciopero della fame, perché inserire donne nelle liste in candidature ’di servizio’ non vuol dire aver affrontato seriamente il problema. Sono importanti le teste di lista. E’ infatti il primo a vincere e tutti gli altri restano a casa.
Nella composizione delle liste circoscrizionali sono state rispettate le percentuali e il principio dell’alternanza?
Anche qui la risposta è no. Le percentuali non hanno significato. Perché se in una lista di 45 candidati si elencano anche 30 o più donne, ma non nei primi posti, risulta essere una presa in giro, almeno in un partito piccolo come il nostro, perché quelle donne non saranno mai elette. Il principio dell’alternanza non è stato rispettato, ma ciò che risulta incredibile è che sono state privilegiate, in alcune occasioni di possibile riuscita, donne cooptate, lasciando indietro chi si impegnato per anni per far crescere l’Italia dei Valori.
Nella scelta delle candidate quindi, l’Italia dei Valori non ha promosso la candidatura di donne meritevoli per il ruolo politico svolto nel Partito?
No. L’ho già detto. Le donne meritevoli sono confinate in compartimenti stagni. Non hanno potere decisionale. Devono stare tranquille e buone e lasciar fare agli uomini. L’Ufficio di Presidenza è infatti composto da soli uomini e da una donna. Una su dieci, che in quanto tesoriera ci entra di diritto, ma può decidere poco.
Nel Vostro programma che tipo di politiche di genere sono previste?
Le politiche di genere del nostro programma le ha scritte la sottoscritta, e sono un’esposizione ricca di serie intenzioni. In quanto le Pari Opportunità sono un fattore indispensabile all’arricchimento del panorama politico e istituzionale, specie in questa fase storica, con la scarsa rappresentanza femminile nelle cariche elettive e l’insufficiente presenza nella vita politica. Dato, questo, inoppugnabile, avvertito dall’opinione pubblica specialmente in seguito all’ultima consultazione elettorale che ha registrato una diminuzione del numero di donne elette in parlamento. Il Programma dell’Italia dei valori sulla parità di genere, prevede di potenziare questo capitale umano con un mutamento di prospettiva, per iniziare una capacità di osservare il mondo da un altro punto di vista. Il termine mainstreaming, difficilmente traducibile, segnala la necessità di promuovere la valorizzazione delle donne con interventi specifici e attraverso l’inserimento della visione del pensiero femminile in ogni scelta politica. Si tratta di una rivoluzione di mentalità e di cultura a lunga portata, mentre appaiono più immediati i risultati di iniziative tese a provvedere al riequilibrio del difetto di rappresentatività della parte femminile del paese. Cito nel programma la direttiva Prodi del ’97 che si pone una serie di obiettivi che l’Italia dei Valori condivide pienamente e fa propri:
-mainstreaming;
-acquisizione di poteri e responsabilità (empowerment) per il perseguimento delle condizioni indispensabili ad ottenere una presenza diffusa delle donne nelle sedi in cui si assumono decisioni rilevanti per la vita della collettività;
-analisi dei dati e valutazione di impatto, per la produzione e la diffusione di dati e informazioni disaggregati per sesso; – formazione di una cultura della differenza di genere, per recepire i saperi innovativi delle donne, nell’ambito delle proposte di riforma della scuola, dell’università e della didattica, e per promuovere l’approfondimento culturale e l’educazione al rispetto della differenza di genere. E così via. Il programma c’è ed è sicuramente espressivo della volontà di cambiare. Ma ci lasceranno lavorare i parlamentari maschi?
Lei personalmente, qualora venga eletta, si impegnerà affinché venga modificata la legge sulle quote rosa in modo da renderla davvero efficace?
Sicuramente sì, ed in coordinamento con le altre donne parlamentari perché insieme potremo essere più forti.
In che modo? Quali strumenti politici adotterà?
Scrivendo ex novo la legge elettorale per prevedere una vera alternanza femminile, a partire dalle teste di lista, pena la irrecevibilità delle candidature per chi non adempie agli obblighi di dare spazio a uomini e donne in parti uguali. Perché bisogna smetterla di prevedere pene pecuniarie. Sono inefficaci e non raggiungono lo scopo. Questo farò e tanto altro se mi sarà data un’opportunità. Ma ancora oggi dopo decine di anni di impegno politico devo lottare per ottenere quello che ormai ritenevo essere un mio diritto.
Dopo il fallimento delle norme di garanzia nella legge elettorale si sono fatte pressioni all’interno dei Partiti affinché un numero rilevante di donne fossero messe nelle teste di lista, (cosa che non è accaduta, tranne qualche isola felice in partiti di sinistra). E questo avviene perché per ogni donna eletta un uomo deve rinunciare alla sua poltrona. Sono rimaste inascoltate molteplici proposte paritarie da parte di tante donne in questi ultimi tempi. Dalla lettera al presidente Ciampi (Tina Lagostena, Comitato di pressione, Wanda Montanelli e migliaia di donne), alle istanze alle mogli dei segretari dei partiti, con Rita Capponi e il suo Comitato, ai corposi interventi delle donne a Bologna nella Fabbrica del Programma dove Prodi ha detto che noi siamo una bomba ad orologeria da tenere in grande considerazione; ai presìdi e manifestazioni davanti a Senato e Camera per fare pressioni a favore delle norme antidiscriminatorie; alle conferenze stampa di donne associate, o di parlamentari, di esponenti del mondo della cultura; all’acquisto di un’intera pagina di Repubblica per chiedere par condicio (questa è una nostra iniziativa, che costituisce un salasso e che ha avuto un’ottima risonanza pubblica: Caro Presidente – abbiamo scritto – la par condicio… sarebbe opportuno che valesse anche per le donne, assenti dai luoghi dove si decide il futuro di tutti. Sarebbe civile e bello che le donne uscissero dalla riserva indiana. Iniziamo subito a cambiare. Wanda Montanelli, Dipartimento. P.O.). La gente, donne e uomini ci ha scritto. Tanti ci hanno sostenuto con l’invio di messaggi e con telefonate. Del resto si sa che i cittadini,secondo l’ultimo rapporto Eurispes, sono dalla parte delle donne, perché è emerso che due persone su tre sono convinte che si deve dare più spazio alle donne.
Tutto questo però nei partiti e nelle istituzioni è rimasto inascoltato. Nel Programma dell’Unione la parola femminile è quasi inesistente. Durante la presentazione del programma all’Eliseo di Roma, non c’erano che pochissime donne e quasi nulla il candidato premier ha detto sulle Pari Opportunità. Bisogna però dire che ci si aspettava e ci si aspetta molto da Prodi. Lui ha fatto nel 97, la famosa direttiva che ho già citato. Non so adesso che intezioni abbiano. Il mio appello va anche a lui perché di fatto devo dire con amarezza che non esistono pari opportunità in senso proprio del termine né a livello politico, né a livello istituzionale, né presso i Media. E’ un fatto di radicamento della cultura maschilista. La Par condicio riguarda solo gli uomini. Si dà infatti spazio ai partiti i quali sono rappresentati in grande maggioranza da uomini e sono quasi sempre gli uomini a parlare di politica nei programmi televisivi o radiofonici e dovunque.
Quanto durerà lo sciopero della fame?
Ad oltranza. E non escludo che inizierò anche quello della sete se non vedrò dei segnali positivi ed impegni seri da parte dei vertici del mio partito e anche del candidato Presidente del consiglio Prodi che dimostrino la volontà di superare queste gravi discriminazioni nei confronti delle donne.
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