di Gabriella Musetti

Il sito www.segniesensi.it di Alina Rizzi, è un sito che si occupa di letteratura (con incursioni nell’arte) scritta da donne. Ben curato nelle immagini, nell’impaginazione e di facile consultabilità, è ricco di molti e diversi materiali. Diviso in diverse Sezioni (Libri e Libri – Scritture – Galleria – Controcanto – Incontri, ecc.), offre immagini fotografiche, riproduzioni di pagine vergate a mano, poesie, racconti, lettere, pagine di libri di autrici italiane e straniere (tra le altre: Ada Negri, Clarice Lispector, Marina Cvetaeva, Sylvia Plath, Antonia Pozzi), oltre a interviste ad autrici contemporanee, commenti, recensioni e impressioni di lettura. Ad Alina Rizzi ho rivolto alcune domande.

Perché hai pensato e realizzato questo sito, da quali motivazioni sei partita?
Il sito è nato due anni fa, dal desiderio di mantenere i contatti con tutte le persone, autrici e autori di prosa e poesia, o anche semplici appassionati di letteratura, che ho incontrato lavorando per un anno come direttore editoriale di una piccola casa editrice di poesia LIETOCOLLELIBRI. Volevo portare avanti tutti i discorsi iniziati e le idee nate in quel periodo di tempo, e offrire uno spazio per opere inedite, anche di esordienti, ma non solo. Volevo anche riunire brevi testi di autrici e autori che ho conosciuto personalmente e che ammiro e stimo. Il mio sogno sarebbe quello di pubblicare una rivista letteraria in piena regola, cartacea intendo, ma non è una semplice operazione: prevede costi molto alti e ci sono sempre problemi di distribuzione. Un sito web mi è sembrato una buona soluzione, almeno iniziale.Ha costi molto più contenuti e, paradossalmente, raggiunge molte più persone – e questo ho potuto di persona in questi due anni.
In secondo luogo desideravo mettere a disposizione di chi è interessato i miei approfondimenti sulla letteratura e l’arte femminile: e quindi articoli, interviste, pagine di volumi ormai introvabili che io ricerco e colleziono.

Tu scrivi nella pagina di apertura del tuo sito:
Desiderare uno spazio da dedicare interamente alla scrittura femminile, oggi, può forse apparire fuori moda o inutile. Secondo alcuni la scrittura non è sessuata, esistono semplicemente libri scritti bene e libri scritti male, come ribadiva Oscar Wilde. Sì, può essere. Ma se è vero che uomini e donne sono diversi e, pur senza voler generalizzare, hanno un approccio alla vita differente, perché non ammettere anche che la sensibilità personale possa manifestarsi con gesti e parole specifici degli uni o delle altre? Non si tratta di stabilire cosa sia meglio o peggio, ma di accettare che alcune caratteristiche siano più diffuse tra le donne piuttosto che tra gli uomini, e viceversa
Hai una tua idea sulla scrittura delle donne? Ritieni che sia possibile rintracciare in un testo scritto da una donna una qualche individuabile peculiarità?
La specificità della scrittura femminile, secondo me, è l’attenzione al quotidiano che, filtrato dallo sguardo di una donna, si arricchisce di infinite sfumature e rivelazioni. Il linguaggio femminile è diretto, essenziale, pulito perchè guarda con disincanto e coraggio la realtà, qualunque essa sia. Le donne, di solito, non mirano a sfoggiare cultura e competenza, pur possedendole, ma semplicemente a dire. Considerando che la visibilità della scrittura femminile riguarda soprattutto il ‘900, come stupirsi di questa necessità di raccontare e raccontarsi, di essere lette/ascoltate?

Hai contatti con altri siti?
Ho contatti con quei siti in cui riscontro delle affinità di interessi e di intenti. Quindi scambio collaborazioni con chi si occupa di letteratura femminile: MAREA, L’ARABA FELICE, DONNE E CONOSCENZA STORICA, ecc.

Perché (se hai una opinione in proposito) la poesia è così diffusa tra le donne, e quale tipo di poesia, a tuo giudizio?
Io non credo che la poesia sia più diffusa tra le donne: in Italia tutti scrivono poesia, sia uomini che donne. Se però andiamo a vedere gli autori dei libri pubblicati non mi sembra che la maggioranza sia femminile. Per questo ho scelto di offrire il mio spazio web alla scrittura delle donne: perchè penso che per quella maschile ce ne sia gà in abbondanza. La maggior parte degli scrittori sono uomini, e lo stesso vale per i critici e i poeti. E’ un dato oggettivo. Forse dipende dal fatto che la letteratura è molto impegnativa e la vita di una donna, per come è tradizionalmente strutturata, lascia poco spazio (comunque meno che agli uomini) per lo studio e il lavoro solitario. Ma credo anche che, nonostante il secolo scorso abbia messo in evidenza fior di scrittrici, ancora venga prestata minor attenzione all’opera femminile. Io frequento, come tutti gli appassionati di poesia, incontri e presentazioni: chi partecipa per ascoltare sono spesso donne, ma chi sta dall’altra parte, a leggere il proprio lavoro, è quasi sempre un uomo. Eppure non mancano le poetesse di rilievo! Basti pensare ad Alda Merini: invitata a destra e a sinistra, ma raramente all’interno di un gruppo. Succede così putroppo: si organizzano incontri al femminile, letture di donne, ecc. Ma ad un dibattito in cui partecipano più autori rinomati spesso non viene invitata neppure una donna. Come mai? Bisognerebbe chiederlo agli organizzatori. Stando così le cose trovo utile e legittimo che quando una donna può offrire uno spazio di visibilità pubblica – che sia un sito web, un seminario, o un reading – cerchi di dare maggior rilievo alle presenze femminili, altrimenti lasciate in secondo piano. Detto ciò io non escudo le collaborazioni maschili dal mio sito, così come non nego il valore dell’opera di molti autori che stimo e ammiro. Semplicemente SCELGO di dare maggior spazio alla letteratura femminile.
Riguardo al tipo di poesia prodotta dalle donne, io ritengo, come ho detto, che la scrittura femminile abbia delle caratteristiche specifiche meno diffuse tra quella maschile. Mi riferisco all’attenzione per il particolare, per il microcosmo, per i lievi mutamenti interiori, per il quotidiano. La scrittura femminile guarda molto all’interno nella convinzione, credo, che da lì nascano i grandi mutamenti anche esteriori. Vorrei però cogliere l’occasione per fare una considerazione, che riguarda i testi femminili come quelli maschili, circa le ragioni di un’oscurità della poesia che spesso risulta veramente incomprensibile. Se si scrive con l’intento di pubblicare, e quindi di far circolare i propri libri, forse sarebbe il caso di rendere i propri testi minimamente “fruibili” dai lettori. Purtroppo invece io vedo tantissime pubblicazioni in cui il racconto dell’autore sembra interpretabile solo per lui, quasi ci fosse una volontà originaria di apparire misteriosi, complicati, di tenere l’altro lontano e distante. Be’, ma allora perchè pubblicare? E soprattutto: perchè stupirsi se la poesia poi non viene, acquistata, letta, divulgata?

Tu che scrivi anche prosa che rapporto personale intrattieni con la poesia?
La poesia mi attrae perchè immediata. In poche parole è possibile tentare di racchiudere un concetto e una sensazione ottenendo una forma armoniosa e compiuta. Nella prosa questo non avviene: la prosa necessita di tempi di gestazione molto più lunghi, di chiarezza, di rigore. Prevalentemente io miro a raccontare delle storie, sia quando scrivo poesia sia quando scrivo prosa: nel primo caso posso “abbandonarmi ” alle sensazioni primarie, all’intuizione, alle immagini della mente, anche surreali. Nel secondo caso caso c’è poco spazio per le sperimentazioni linguistiche e la seduzione dei suoni: i fatti vanno raccontati in modo che siano immediatamente compresibili. Si tratta di due linguaggi diversi.

a cura di Gabriella Musetti

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