di Fausta Genziana Le Piane
Interviste a Giorgio Barberi Squarotti, Vannella Butera, Corrado Calabrò, Giorgio Carpaneto, Italo Evangelisti, Dante Maffia, Dacia Maraini, Gabriella Quattrini, Paolo Ruffilli e Maria Luisa Spaziani.
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“Interviste a poeti d’oggi” su Youtube
Un commento a “Interviste a poeti d’oggi”
di Tommaso Maria Patti
Come commentare questo libro minuscolo ma denso di intelletto, cuore, parole, idee, sentimenti? Parlo di “Interviste a poeti d’oggi” di Fausta Genziane Le Piane – Edizioni Eventualmente, 2010. Si può tentare di percorrerne a volo d’uccello i vari tratti che si intravedono, ma non basterebbe; occorre essere sicuri di riuscire a trasmettere la sensazione che regala il leggerlo. Lentamente va letto dunque un testo così fatto. Mica vuoi sprecare la fatica, direi il sudore di tanti cuori sensibili e menti raffinate? Ecco cosa ci trovi in queste interviste, quel magico sudore di poesia. Una poetessa, ricca per giunta di cultura e di esperienza letteraria, che intervista tanti poeti, ognuno con le proprie problematiche, gli affanni, gli amori, le piccole o grandi follie della poesia, l’impegno, le passioni. Anche solo farle queste interviste era difficile. Domande preparate insieme agli interessati? Macché giura Fausta mentre la… intervisto. Pensate sì. Ad ognuno le sue di domande. E le ha scelte belle, sensibile conoscitrice com’è dell’animo oltre che della poetica degli intervistati, pur mantenendo un linguaggio sobrio ed essenziale. Se possibile, passatemi il concetto, l’intervistatrice offre con sapienza ed eleganza un morbido, ma non lezioso tappeto su cui ciascuno dei poeti sciorina i propri panni più belli, o quelli più sofferti o comunque sentiti. I concetti variano dalla ricerca della gioia, la bellezza e la verità di Giorgio Barberi Squarotti ai caratteri della letteratura italiana del ‘900. Dalla dedizione, colta e sentita, di Vannella Butera per il suo congiunto, Vittorio Butera, noto poeta della parte più stretta della penisola, il Reventino, fino ad arrivare ai rischi di delusione presenti nell’amore e nella poesia di Corrado Calabrò, incantatore ricco di parole alla ricerca dell’ebbrezza, senza la quale la poesia non vive.
Parole… mattoncini lego variopinti con cui gente così tutto può, come Giorgio Carpaneto che usa le parole come strumenti del dolore che diventano poesia, ma che affronta anche il rischio di terribili naufragi se non ci fosse, a fornire rifugio, il porto sicuro della fede. Parole che in Italo Evangelisti, squisito e fine intellettuale vero che ormai ci guarda da lontano, diventano precisa analisi, o anche poesia che esorcizza la disperazione, su cui vince, a dispetto della cecità della mancata memoria.
Con Dante Maffia poi il discorso, complici le domande di Fausta, scorre su binari di musicalità e vertigini d’amore, scivolando veloce nella metafora del vento, fra fiori di poesia, dal buio e dalla coscienza della morte verso l’amore per la vita, meta ultima e più vera della sensibilità del poeta.
Sui diritti delle donne verte l’intervista a Dacia Maraini, ipersensibile in proposito, ai limiti della spigolosità in presenza di sapienti domande di Fausta che sanno di provocazione, presentate su un piatto d’argento.- Chi ti influenza?- – E perché dovrei farmi influenzare? Perché donna?- Esemplare la citazione ammirata di Sharazad ne “Le Mille e una notte”; e come lì raccontare , nella vita di un poeta scrivere allontana la morte.
All’amore si lascia andare Gabriella Quattrini, visto con gli occhi della mente e del cuore, amore sensuale, che fa sì che la poesia, letto dei suoi pensieri più intimi, incontri la musica e la incanti.
C’è impegno civile nella poetica di Paolo Ruffilli, e concetti come innocenza, dolore, gioia, libertà, verità con cui esprime spesso sé stesso, oltre che realtà molto particolari come quella dei carcerati.
Nella intensissima carrellata di poesia viva che riesce a realizzare Fausta si arriva infine alla più sanguigna Maria Luisa Spaziani per la quale l’amore è un “corpo a corpo” e che si diverte a far diventare sangue la poesia, o vita, o battaglia.
Se ne esce storditi di poesia da una serie così bella di interviste e solo il tocco lieve dell’intervistatrice riesce a non farci girare la testa. Elegante e assolutamente in tema, ma pur sempre un gioco per una esperta di contaminazioni come Fausta Genziana Le Piane, la scelta di proporre una breve composizione in versi al termine dell’intervista di ciascun poeta, scelta che consente al lettore di apprezzarne senza mediazioni un esempio della produzione artistica. In definitiva si tratta di un libretto minuscolo ma delizioso, che ci fa veramente capire un po’ meglio la poesia di oggi.
Tommaso Maria Patti
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