Farmaci che potenziano gli effetti del resveratrolo, che si trova nella buccia dell’uva e nel vino rosso, sono riusciti a farli ringiovanire

inv - INVERTIRE L'INVECCHIAMENTO SI PUO'

Capovolgere il corso del tempo, eliminando il rischio di contrarre malattie come il cancro e il diabete ed estendendo la durata della vita oltre i limiti attuali, in buona salute. Sogno o trama di un romanzo di fantascienza? Forse presto realtà, almeno stando ai sorprendenti risultati ottenuti sui topi da David Sinclair, professore di Genetica ad Harvard e nell’Università australiana del New South Wales, mentre sono già stati condotti i primi trial clinici anche sull’uomo.
“Abbiamo scoperto i geni che controllano come il corpo combatte contro l’invecchiamento”, spiega Sinclair, “e questi geni, se vengono accesi nel modo giusto, possono avere effetti molto potenti e perfino invertire il processo di invecchiamento, per ora almeno nei topi”. E’ stata sufficiente la somministrazione di una molecola chiamata NMN che ha invertito completamente l’invecchiamento dopo appena una settimana di trattamento nei muscoli. “Ora stiamo cercando di invertire se possibile tutti gli aspetti dell’invecchiamento”. Una scoperta che potrebbe servire per mettere a punto farmaci in grado di far ringiovanire le cellule umane. Speriamo di scoprire nel giro di pochi anni se funziona anche sulle persone”.
Come sono arrivati, Sinclair e colleghi, a mettere a punto questa molecola in grado di sortire effetti così rapidi e prodigiosi? In pratica mirando a un singolo enzima nell’organismo, detto SIRT1, o sirtuina 1, che sembra avere il potenziale di prevenire le malattie legate all’invecchiamento e di estendere la durata di vita. Tutti i 117 farmaci sperimentati operano sullo stesso enzima attraverso un meccanismo comune. Questo vuol dire che un’intera nuova classe di farmaci anti-invecchiamento potrebbe in futuro prevenire malattie come il cancro, il morbo di Alzheimer e il diabete di tipo 2.

Gli stessi effetti di dieta ed esercizio fisico
L’enzima target, SIRT1, è quello che viene naturalmente attivato dalla restrizione calorica e dall’esercizio fisico, ma può essere potenziato da alcuni attivatori, il più famoso dei quali è il resveratrolo, contenuto in piccole quantità nel vino rosso. “Ho preso il resveratrolo nel corso degli ultimi 10 anni perché sembrava molto sicuro”, racconta Sinclair. “Più ricerche vedo, e ormai ci sono migliaia di studi, più penso che ci sia una buona possibilità che (il resveratrolo) porti benefici”.
I topi in sovrappeso ai quali è stato somministrato il resveratrolo potevano correre due volte più a lungo dei topi magri, e hanno vissuto il 15% più a lungo. Le sperimentazioni cliniche umane sono state finora limitate, ma hanno mostrato risultati promettenti. “Hanno mostrato che le molecole che estendono la durata di vita nei topi sono sicure anche sugli esseri umani. Sembrano avere proprietà antiinfiammatorie, quindi potranno essere usate contro malattie infiammatorie, della pelle o anche dell’intestino”, spiega ancora Sinclair. E a chi insinua che con le sue ricerche gioca a fare Dio risponde: “se aveste chiesto a qualcuno 100 anni fa cosa vi avrebbe detto degli antibiotici? Probabilmente la stessa cosa”. E in futuro, secondo Sinclair, guarderemo ad oggi come oggi guardiamo ai tempi precedenti agli antibiotici, in cui si moriva per un’infezione dovuta a una ferita”.
La tecnologia è stata venduta al colosso farmaceutico GlaxoSmithKilne e sono stati finora sviluppati 4.000 attivatori sintetici, 100 volte più potenti di un singolo bicchiere di vino rosso. I tre migliori attivatori vengono ora impiegati nelle sperimentazioni umane. (Marta Buonadonna 6 nov. 2014)

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