Personale del Maestro Aniello Scotto
CASINA POMPEIANA, Villa Comunale di Napoli
venerdi 4 maggio – ore 17,00
La mostra resterà aperta fino al 13 maggio 2007
ORARIO: dal lunedì al sabato ore 9.00 – 19.00 – domenica ore 9.00 – 13.00
Testi critici di Mariarosaria Di Virgilio, Marco Nocca, Ernesto Paolozzi.
Aniello Scotto, “Io, Domitilla”
“La potenza del Male, il buio della ragione umana, l’idea che la divinità stessa possa dissolversi di fronte all’indicibile orrore sono temi che ritornano nella mostra dell’artista Aniello Scotto (Napoli,1959)… “Io, Domitilla” è la voce, ancora parlante, di una protagonista di quella Hiroshima di duemila anni fa…”. Con queste parole Marco Nocca anticipa la nuova mostra personale del maestro Aniello Scotto, che sarà inaugurata il giorno 4 maggio 2007 presso la “Casina Pompeiana” nella Villa comunale di Napoli.
La personalità cupa e solare ad un tempo di Aniello Scotto e “la sua prepotente capacità di rappresentazione figurativa, insieme ad un coerente e sapiente uso del colore quasi monocromatico, si ritrovano nel nuovo percorso inaugurato con “Io, Domitilla” prostituta pompeiana che ritorna dall’ antico passato con tutta la forza bacchica della sua condizione eppure come stupita dalla tragedia che, in fondo avvolge la vita”
Ernesto Paolozzi
Scotto evoca la protagonista della sua ispirazione, Domitilla, meretrice della città vesuviana, figura conosciuta per la prima volta attraverso i magnifici calchi ottocenteschi delle figure imprigionate dalla lava a Pompei. Uno sforzo prepotente, di ricollegarsi alla verità del suo personaggio, scavalcando le montagne del tempo, in una dimensione che Scotto volutamente rarefa nell’evanescenza delle figure che prendono forma e si dissolvono nei suoi olii. Immagini classiche, di sapienza disegnativa, respirano nei disegni a sanguigna evocando con tragica passione gli ultimi giorni della “città dannata”. Mentre l’atmosfera infernale di quell’evento rivive nel rigore espressivo delle incisioni: la scelta di una tonalità unica, quel rosso dominante rende le scene pregne di un dramma unanime, che investe l’uomo e la natura. I corpi diventano ombre infuocate!
“In questo preciso intervallo sospeso, si colloca l’operazione estetica che compie l’artista” precisa Maria Rosaria Di Virgilio, un’intensa percezione degli ultimi momenti della vita della meretrix, il palpito cardiaco e lo spasmo muscolare dei corpi che si avvinghiano nella disperata ricerca di una salvezza; ma anche la corsa precipitosa e il puro terrore, “…Sensazioni di asfissia nei cieli bruni e nuvolosi, premono sui corpi degli ultimi spettatori: l’aria si fa pesante. Un vecchio rivolge il suo sguardo in alto. Principium: è l’inizio.”
Alessandra Rameri
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