Scappata dal suo Paese dilaniato dagli scontri a fuoco, Afrah è stata costretta a un matrimonio precoce a 16 anni. A L’Espresso ha raccontato il suo incubo. Come lei ogni anno si contano 15 milioni di piccole spose. E il fenomeno tocca anche il nostro Paese
di Ginevra Nozzoli, 11 ottobre 2016
Sposarsi a 15, 16, 17 anni con uomini che potrebbero chiamare “papà”. Piccole mogli che poi diventano piccole madri, costrette a matrimoni precoci per salvarsi dalla guerra, dalle fame e dalle violenze, strappate ai genitori, agli amici, alla scuola. E’ l’inferno delle spose bambine, 15 milioni nel mondo ogni anno, 42mila ogni giorno secondo i dati diffusi da Save the Children in occasione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze, con il rapporto Every Last Girl. Un quadro impietoso di un fenomeno che rientra tra le forme peggiori di discriminazione di genere. Il matrimonio precoce lede i diritti fondamentali di ragazzine minorenni, che in età scolare restano senza futuro, private della possibilità di istruirsi, formarsi, scegliere in libertà.
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