(ANSA-AFP) – BAGHDAD, 15 GEN – Circa 150 donne si sono riunite oggi a Baghdad nell’ambito di una conferenza sullo legislazione e sul ruolo della donna in Iraq.
Le congressiste, in parte velate e in parte vestite secondo la moda occidentale, hanno chiesto ai tre soli uomini presenti -rappresentanti del Consiglio di governo provvisorio iracheno, guidati dal presidente di turno dell’organismo, Adnan Pachachi- di dare loro garanzie sul futuro del diritto di famiglia dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.
Le donne irachene sono particolarmente preoccupate per una recente decisione del Consiglio del governo di abrogare il codice di famiglia in vigore dal 1959 e considerano uno dei piu’ avanzati del mondo arabo.
La decisione, adottata il 28 dicembre quando il consiglio era guidato dal leader del Supremo consiglio per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri), l’ayatollah Abdel Aziz Al Hakim, torna di fatto ad affidare alle istanze religiose il compito di regolare questioni come il divorzio, il matrimonio e la cura dei figli.
”E’ una regressione terribile, torniamo all’eta’ della pietra”, insorge Nidal Abdelamir, una delle congressiste velate. Zakia Khalifa al Zadi, una cinquantenne comunista, si dice demoralizzata. ”Ho lottato per tutta la vita per l’uguaglianza dei sessi, ho molto sperato nella caduta del regime di Saddam Hussein, ma devo constatare che tutte le promesse sono state tradite”, ha detto la donna.
Zadi, che per la sua attivita’ e’ stata anche incarcerata, ha sottolineato che nonostante la malvagita’ del regime di Saddam Hussein, esso garantiva un codice di famiglia avanzato del quale le donne erano soddisfatte.
Questo codice rendeva la poligamia di fatto estremamente difficile, accordava alla donna il diritto per la custodia del figlio in caso di divorzio, vietando il ripudio e il matrimonio prima dei 16 anni.
”E’ vero che Saddam aveva iniziato progressivamente a rivedere queste misure, ma se il codice e’ stato abrogato ora saranno i religiosi a gestire tutte le questioni legate al diritto di famiglia”, spiega Zadi, aggiungendo che le donne irachene vogliono partecipare alla stesura della nuova legge.
Interrogato a margine del dibattito, Pachachi ha preso le distanze dalla precedente decisione dell’esecutivo provvisorio.
”Essa non riflette il punto di vista di tutti i membri del consiglio”, ha detto Pachachi, sottolineando che non e’ stata promulgata alcuna nuova legge e che sara’ necessaria un’ulteriore discussione sul tema del diritto di famiglia.”Dobbiamo opporci a tutti coloro che vogliono ridurre i diritti delle donne, ha detto Nassir Chaerji, membro del Consiglio di governoche, come Pachachi, ha sottolineato ”l’importanza e il ruolo della donna” nella societa’, promettendo che le donne saranno rappresentate al potere. Dei 25 membri del consiglio di governo, tre sono donne.

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