(ANSA) – VERONA, 21 MAR – E’ ricoverata all’ospedale di Verona con ustioni causate da acido Halima El Bourfai. L’immigrata marocchina e’ da alcuni giorni nel reparto grandi ustioni dell’ospedale Borgo Trento. Secondo quanto si e’ appreso, non e’ in pericolo di vita. La donna, secondo alcune indiscrezioni, non avrebbe sporto denuncia per le ustioni subite. ”E’ stato un incidente avvenuto in casa”, avrebbe detto ai medici all’atto del ricovero. Della vicenda si sta comunque interessando anche la polizia, perche’ le lesioni subite dall’immigrata hanno avuto una prognosi superiore ai 20 giorni. Il caso di Halima, 33 anni, madre di due figli di 4 e 3 anni, residente a San Giovanni Lupatoto
(Verona), era stato sollevato da Magdi Allam con un servizio di denuncia sul ‘Corriere della Sera’ il 27 gennaio scorso. Il marito di Halima, Moustapha Ben Har, 46 anni, era stato denunciato gia’ altre volte per il suo comportamento violento. Ma l’aggressione piu’ grave, raccontava nel servizio il quotidiano di Via Solferino, era avvenuta la sera del 26 agosto 2005, dopo che il marito di Halima era rientrato dalla preghiera del tramonto pronunciata nella moschea di Verona. In quell’occasione, l’imam Wagdy Ghoneim avrebbe invitato i fedeli musulmani a ”governare le donne come le pecore”, spiegando che gli uomini avrebbero avuto ”ragione nel picchiarle, perche’ e’ il Corano che lo ordina”. Halima El Bourfai, la donna ricoverata a Verona per ustioni da acido, e’ la sorella della marocchina 33enne, Amal El Bourfai, che aveva denunciato il marito per percosse e maltrattamenti. Non e’ quindi l’immigrata islamica** del cui caso si era occupato il ‘Corriere della Sera’, e alla quale faceva riferimento nella sua denuncia l’on. Daniela Santanche’. Lo ha riferito all’ANSA in serata l’avvocato Rosanna Credendino, vice presidente del Telefono Rosa di Verona, e difensore di Amal. Il
caso di Halima, effettivamente in ospedale a Verona per ustioni causate da acetone, non ha nulla a che vedere – ha sottolineato il legale – con una vicenda di maltrattamenti in famiglia o lesioni.
** Il ricovero in ospedale di una donna islamica con ustioni da acido ha fatto salire l’allarme oggi a Verona per il possibile riesplodere della violenza in nuclei familiari musulmani. Tutto faceva pensare che la vittima delle ustioni fosse Amal El Bourfai, la marocchina di 33 anni, massacrata di botte in casa dopo che il marito aveva ascoltato l’imam di Verona incitare i fedeli a ”picchiare” le loro donne. Ma la giovane ustionata era invece la sorella: Halima El Borfuai, finita in ospedale per un probabile incidente domestico, come ha spiegato l’immigrata ai medici. A denunciare la vicenda e’ stata la deputata di An Daniela Santanche’, che ha pero’ confuso Halima con Amal, la donna picchiata dal marito istigato dall’imam di Verona. La vicenda e’ poi stata chiarita dall’avvocato Rosanna Credendino, vice presidente del Telefono Rosa di Verona, e difensore di Amal. ”La donna ricoverata non e’ Amal, ma sua sorella”, ha spiegato il legale, aggiungendo che le ustioni subite da Halima ”non hanno nulla a che vedere con una vicenda di maltrattamenti in famiglia o lesioni”. Cosa
confermata in serata anche dal procuratore di Verona, Guido Papalia. Halima non e’ in pericolo di vita. Era stato il marito di quest’ultima, un italiano, a chiedere il 12 marzo scorso l’intervento dell’ambulanza del 118; la donna aveva subito chiarito ai medici che le ustioni con l’acetone erano la causa di un incidente domestico. Non aveva presentato dunque alcuna denuncia, ma del fatto si sta comunque interessando la polizia, perche’ la prognosi per Halima e’ superiore ai 20 giorni. Da quanto si e’ appreso, la donna stava attraversando un momento delicato dal punto di vista emotivo. Due sorelle accomunate da un destino difficile, quindi, anche se appare piu’ drammatico quello di Amal, 33 anni, madre di due figli di 4 e 3 anni. Il suo caso era stato sollevato da Magdi Allam con un servizio di denuncia sul ‘Corriere della Sera’ il 27 gennaio scorso. Il quotidiano raccontava dell’ultima, violentissima aggressione, subita dalla donna nell’agosto 2005, da parte del marito, Moustapha Ben Har, 46 anni, denunciato gia’ altre volte per il suo comportamento violento. Ma l’aggressione piu’ grave, raccontava nel servizio il quotidiano di Via Solferino, era avvenuta la sera del 26 agosto 2005, quando l’uomo aveva picchiato la moglie dopo aver ascoltato l’imam Wagdy Ghoneim che invitava i fedeli a ”governare le donne come le pecore”, e a picchiarle, ”perche’ e’ il Corano che lo ordina”. Amal e il marito da allora non vivono piu’ nella stessa casa. Dopo la denuncia l’uomo e’ stato condannato per maltrattamenti in famiglia a un anno e otto mesi. Amal, con i due figlioletti, ha riferito l’avv. Credendino, si trova ora in una struttura protetta e segreta.
Commenti