(DIRE) Roma, 28 feb. – Continuano a subire violenza, sono sotto rappresentate politicamente, hanno maggiori difficolta’ degli uomini ad accedere al mondo dell’istruzione e gli ostacoli sono piu’ alti anche per entrare nel mondo del lavoro. Nonostante questo, ci sono dei segnali incoraggianti in contro tendenza. Questa la fotografia della condizione delle donne nel mondo arabo, riportata dal IV rapporto dell’Undp (Programma di sviluppo delle Nazioni unite) dal titolo “Per un nuovo ruolo delle donne nel mondo arabo”, presentato oggi alla Farnesina alla presenza del ministro del Commercio internazionale, Emma Bonino, della viceministra degli Affari esteri, Patrizia Sentinelli, di Andrea Amato, presidente Imed (Istituto per il Mediterraneo) e Amat El Alim Alsoswa, direttrice ufficio regionale Undp per i Paesi arabi. Il rapporto dell’Undp evidenzia diversi miglioramenti nella condizione femminile nel mondo arabo. A partire dall’analfabetismo, che coinvolge quasi la meta’ delle donne dei Paesi arabi, a fronte di una percentuale maschile appena superiore al 25%. La frequenza scolastica femminile nel campo dell’istruzione primaria nei Paesi arabi si attesta sul 90%, rispetto a quella maschile. Cosi’, secondo il rapporto, il tasso di analfabetismo del mondo arabo femminile si attesta sui 70 milioni di persone di eta’ superiore ai 15 anni. Un tasso in diminuzione nel corso degli ultimi decenni, ma che, a causa dell’aumento demografico, ha provocato una crescita del numero complessivo degli analfabeti.
Va meglio la situazione anche per le donne in politica. Il sistema delle quote rose le ha portate a occupare maggiori posizioni di potere. In Marocco, la percentuale di donne in Parlamento e’ aumentata dall’1% del 1995 all’11% nel 2003. In Tunisia e’ passata dal 6,8% all’11,5%. Segnali di miglioramento, ma ancora molto timidi, nel mondo dell’occupazione: la percentuale di occupazione femminile nei Paesi arabi e’ del 33%, un dato non incoraggiante se confrontato con l’Africa subsahariana (60%), l’America latina (60%) e una media mondiale del 56%. Il ministro Bonino, durante la presentazione del rapporto, ha sottolineato come la differenza fondamentale tra le donne occidentali e quelle islamiche sia “la mancanza di uno Stato di diritto” e ha ribadito due punti che ritiene essenziali per circoscrivere il problema della condizione femminile nei Paesi arabi. In primo luogo, ha spiegato il ministro, “ci sono tante situazioni, tanti Islam quanti sono i regimi politici, e tante interpretazioni dell’Islam quanti sono i regimi politici dei Paesi arabi”. Inoltre, Bonino si e’ detta fortemente contraria alle teorie dello scontro di civilta’: “Il vero scontro- ha sottolineato- e’ tra regimi politici piu’ aperti e regimi politici piu’ chiusi”. In particolare riguardo alle forme di discriminazione, il ministro ha ribadito l’importanza di distinguere tra le “discriminazioni per legge e quelle che avvengono per motivi di usi e costumi”.
La conclusione del ministro e’ stata comunque all’insegna dell’ottimismo: “Nei Paesi arabi, il capitale femminile non e’ dormiente, ma e’ semplicemente poco valorizzato”. Apprezzamento sulle parole del ministro Bonino e sugli esiti del rapporto Undp, e’ stata espressa, a margine della presentazione, da Khaled Fouad Allam, deputato islamico della Margherita: “Sono d’accordo con Bonino sulla sottolineatura che ogni Paese arabo e’ una realta’ a se’ stante”. Questi rapporti- ha concluso Fouad Allam- “sono utili perche’ vengono redatti anche da esperti arabi del luogo”.
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