Nel nuovo film della coppia Castellitto-Mazzantini si stravolge per intepretare Fortunata, una ragazza madre allo sbando. Ma che un po’ le assomiglia. Capelli ossigenati a parte
Nella periferia umana abitata da persone «che stanno al limite della vita», Fortunata si muove a passo svelto con incedere instabile, sfidando l’equilibrio su zeppe vertiginose. È lei la ragazza-madre interpretata da Jasmine Trinca nel nuovo film di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini (Fortunata, appunto), appena uscito in Italia e appena premiato per la sua interpretazione in concorso al 70esimo Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard.
Per la Trinca, 36 anni, si tratta della sesta volta al Festival, ma lei non riesce a farsene una ragione: «Un giornalista russo prima mi fa: “Ci siamo già visti sedici anni fa”.
Ammazza, che tatto! (ride)». Oggi però l’attrice è stata decretata «Miglior Attrice».
Nel film la vediamo imbruttita, come la Penelope Cruz di Non ti muovere, Italia, altra creatura della coppia Castellitto-Mazzantini.
«Nella mente di molti autori ci sono fantasmi, temi che ritornano: in questo caso il femminile, la disgrazia, la fatica di stare al mondo. Ma anche la forza vitale che risiede nelle donne».
Quella di Fortunata è una vita «ai margini»: lei ha esperienza di periferie così?
«Io ho sempre abitato in un quartiere popolare e ho avuto vicino esempi di donne che vivono con fatica loro giornate, hanno figli da crescere, devono barcamenarsi per arrivare a fine mese. Prima che mi cambiasse la vita con il cinema avevo un’altra storia, un’altra condizione». (27 May, 2017, Raffaella Serini)
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– Jasmine Trinca – Wikipedia
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