Non ricordo per quale motivo Giuseppe Prezzolini (1) nella sua bellissima autobiografia aveva parlato di sé come di un italiano inutile; credo a torto.
In ogni caso si deve vivere la vita nel più degno dei modi e Julian Fantino lo fa.
Chi è Julian Fantino? E’ il capo della protezione civile dell’Ontario, un uomo per bene, che figura a capo di un’organizzazione degna di lui.
Che cosa fa di speciale? Una cosa importantissima. Si sta battendo insieme ai leaders delle varie tribù indiane per la salvezza dei residenti di una riserva ad alto rischio sanitario. A Kashechewan il sistema idrico è contaminato dal bacterium escherichia coli. Si è provveduto all’evacuazione di una parte della popolazione, ma Julian Fantino si prodiga per garantire la continuità delle operazioni finché il rischio non sarà scongiurato.
Per i nativi i problemi non finiscono qui purtroppo, ma Julian Fantino è un uomo degno di questo nome.

Antonia Chimenti

(1) Giuseppe Prezzolini, scrittore e giornalista italiano (Perugia 1882 – Lugano 1982). Il suo nome è rimasto legato alla vita culturale italiana del primo Novecento, alla quale partecipò attivamente fondando e dirigendo, insieme coll’amico Papini, Il Leonardo, collaborando al Regno e ad altre riviste e, soprattutto, fondando La Voce, che diresse dal 1908 al 1914 tranne che per un breve periodo in cui direttore fu Papini. In seguito ebbe incarichi a Parigi e a New York e fissò la sua residenza abituale negli Stati Uniti, tornando in Italia dopo la seconda guerra mondiale e stabilendosi poi a Lugano. Più che un pensatore originale e acuto, fu un infaticabile organizzatore di imprese culturali.
Fra i suoi numerosi scritti si possono ricordare: Il cattolicismo rosso, Cos’è il modernismo? (1908), La cultura italiana (1923), Vita di N. Machiavelli fiorentino (1927), Repertorio bibliografico della storia e della critica della letteratura italiana (1948), America in pantofole (1950), America con gli stivali (1954), I trapiantati (1963). Interessante come testimonianza della mentalità di certa parte della cultura italiana della prima metà del secolo è l’autobiografia (L’italiano inutile, 1954).
Fedele alla sua vena di polemico moralista, legata a un radicale conservatorismo, pubblicò ancora una ricca serie di scritti, tra cui Paradossi educativi (1964), Ideario (1967), Dio è un rischio (1969), Cristo e/o Machiavelli (1971), Manifesto dei conservatori (1972), Italia fragile (1974). Nel 1974 pubblicò un’antologia della rivista La Voce; nel 1975 Sul fascismo (1915-1975), cui seguirono Storia tascabile della letteratura italiana (1976), Prezzolini alla finestra (1977), una serie di profili di scrittori contemporanei, il primo volume del suo Diario, 1900-1941 (1978) e il secondo volume del Diario, 1942-1968(1980).
Nel 1982 gli fu assegnato dal presidente della repubblica Sandro Pertini il premio della presidenza del consiglio “La Penna d’oro”, attribuitogli per l’importanza e la grande diffusione della sua opera. Dall’enorme materiale raccolto nel suo archivio si vanno pubblicando documenti particolarmente significativi, quali per esempio le Lettere con A. Moravia (1982) e l’Epistolario con B. Croce (1990, postumo).

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