(Dedicata alla Tenuta di Spineto presso l’Abbazia omonima con la Madonna del buon consiglio)

Il profilo modulato
delle colline senesi
oscillava tra la percezione dell’assenza
e la spina insinuante della nostalgia

Spineto s’adombrava a sera
nella dolcezza del ricordo
plasmandola nell’accettazione del confine
mentre la carezza del vento
placava l’arsura del caldo
spingendolo verso la notte

La notte sorgeva dall’erba

A cascata le fiammelle
del cielo
pungolavano i sogni
e li traghettavano nei sospiri

In equilibrio, l’estasi,
tra la bellezza della natura
e la contemplazione del mistero,
s’avventurava spavalda,
come cavalli nella radura,
alla spasmodica ricerca
di quel contatto sublime:
un terreno dolcissimo, valli
e pianure bagnate dall’Orcia,
eppure l’erba pungente
e ancora la terra arata
stimolavano il contrasto
tra la resa franante ed il diniego urticante.

Pausa e commento tra l’abbandono
e la resistenza!

Una Madonna nell’Abbazia
indicava soluzioni all’alternanza.

Carezza divina, il mattino,
dava frescura
ai sensi notturni
assopendoli nella leggiadria
del primo sole
che cancellava il nettare
dei liquori e dei sapori della sera

Allegra l’adesione al mezzogiorno:
un cicaleccio ed un pigolio
d’uccelli
un brindare alla vita
lontani mille miglia dai rumori del mondo

Avvolti dal velo
incantevole del paesaggio,
che nascondeva lontananze,
assenze, tentazioni ed ansie
si scivolava silenti nel pomeriggio

Regina la Natura
nella sua ruvida magnificenza,
arata nei dolori e nelle inquietudini,
cantava in sordina le lodi
di una Creazione
che continuava, imperturbabile, nei secoli……

Anna Manna

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