Intervento sul Cda Rai: Nunzia Barzan

Gli attriti tra il presidente designato della Rai, Paolo Mieli, e il presidente del senato, Marcello Pera, sono palpabili; Mieli non ha infatti ancora sciolto la riserva di accettazione della carica di presidente e potrebbe addirittura rinunciare alla nomina.
Ieri a palazzo Madama alla colazione offerta da Pera, in onore di Bernard Lewis, esperto di cultura islamica, si registrava la mancata partecipazione dell’attuale direttore editoriale Rcs.
Ma gli attriti sembrano non fermarsi alle condizioni di carattere politico.
Il presidente designato avrebbe anche una richiesta di tipo economico :ovvero un appannaggio annuale pari al compenso che riceve attualmente da Rcs: circa 600 mila euro, a fronte dei 200 mila circa che percepiva il suo predecessore.
A parte queste considerazioni di tipo politico-economico, a ben riflettere ciò che in prima facie si avverte è l’assenza di una presenza moderatrice femminile, nell’ambito delle persone designate a far parte del Cda; una donna, e non faccio alcuna fatica ad individuarne, le cui capacità gestionali, direttive, politiche avrebbero potuto produrre effetti positivi e non invasivi nella direzione Rai.
Invece attualmente e nonostante tanti buoni propositi (vedasi per ultimo la riforma dell’art. 51 cost.) non c’è dato sapere, come sarebbe stato per esempio con una seconda Moratti. Ancora una volta grandi escluse.
Non esistono donne qualificate in grado di arricchire quegli approcci che assicurano una migliore complementarietà e permettano di schiudere nuove vie per risolvere i problemi Rai, di conflitto d’interesse e di comunicazione in generale?
Non ci sembra di non meritare il nostro inserimento.

Castrolibero lì 13 marzo 2003

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