Nello sperpero di tinte
allontana il tempo
nuove possibili primavere,
forse il sorriso
con allusiva clemenza
lascia al labbro
-appena nascosto tra i denti-
un anticipo di cenere.
Eppure, del tutto non si estingue
la devozione a esserci.
Un filo d’anima alla volta
svaria, si dipana tra i riflessi
anche i meno leggiadri,
alle pieghe del cuore arresi
senza nido
per malìa di uno smerlo inatteso.
Avanza la devozione
avanza soave e… non s’adombra,
porta con sé
le molte ore infrante
sul bisbiglio ”dell’ormai ”
e vivo, soccorrevole
il richiamo
d’una smisurata altezza
mai troppo lontana.
Iole Chessa Olivares
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