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 FONDAZIONE BELISARIO PREMIA LE DONNE
Anna Maria Cancellieri

Sono stati assegnati i premi della fondazione Marisa Bellisario, le Mele d’Oro consegnate alle donne che si distinguono per il loro lavoro e impegno eccezionale. Giunto alla 24° edizione, il premio Marisa Bellisario ha scelto il tema “Donne: l’Italia che vogliamo”, per indicare quali sono le energie che il paese dovrebbe promuovere.
Tra le premiate, il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, Giorgina Gallo, presidente e amministratore delegato L’Oreal Italia. Il premio speciale per l’arte è andato a Eleonora Abbagnato, prima etoile all’Opera di Parigi (leggi la nostra intervista a Eleonora Abbagnato), mentre il premio internazionale è stato consegnato a Ségolène Royal
Assieme a tutte queste donne illustri, sono state premiate anche tre neolaureate in Ingegneria dell’Ambiente e del Territorio, scelte tra 58 profili forniti da 18 Atenei italiani, e 17 giovani donne che si sono distinte per il loro lavoro e la loro affermazione in un ambiente prettamente maschile, grazie alla loro visione e alla voglia di fare.
La presidentessa della fondazione, Lella Golfo, prima firmataria della legge sulle quote rosa aziendali (leggi qui tutte le notizie sulla legge) ha affermato: “L’Italia che vogliamo è quella dell’eccellenza femminile, che riesce a esprimersi e mettere un mattone nella grande casa che è questo paese”.
L’assegnazione delle Mele d’Oro, al Teatro delle Vittorie di Roma, sarà visibile in televisione, su RaiDue, il 6 giugno in seconda serata.

http://www.alfemminile.com

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Mele d’oro alle donne di successo
Mezzo governo al premio Bellisario. E ci sono anche le compagne di Melissa

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 FONDAZIONE BELISARIO PREMIA LE DONNE

Della Fondazione Bellisario si parla da anni, molto prima che nel dibattito politico italiano esplodesse la voglia di quote rosa, di tea party all’americana, di signore ai vertici dei Cda e di ministre, addiritture di presidenti della Repubblica, come si ventila oggi. La Fondazione è dedicata a Marisa Bellisario, donna manager dall’aria sbarazzina (forse per via di quel ciuffo di capelli rossi e dal sorriso aperto), ma dalla tenacia infinita, sconfitta solo dalla malattia. Una delle prime vere donne di successo italiane (era ad di Italtel) in un mondo del lavoro trionfato dai maschi. Dalla sua storia è nato il premio che porta il suo nome, fortemente voluto da Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario, deputata Pdl ma convinta che sulle donne e sul merito non ci sia differenza di colore politico. Quest’anno, l’edizione del premio dedicato all’Italia “che vogliamo” ha visto una platea istituzionale degna delle grandi occasioni: il premier Mario Monti, il sottosegretario Catricalà e poi Elsa Fornero (che era stata già premiata l’anno scorso con la Mela d’oro, quando ancora non era così popolare), il Guardasigilli Paola Severino, l’ex ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, il Dg della Rai, Lorenza Lei, il vicedirettore della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola, oltre a Sergio Dompè e all’Ad delle Ferrovie, Mauro Moretti e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Ma le vere protagoniste sono state le donne, di ogni età, che con il proprio lavoro e la propria determinazione, si sono distinte nei rispettivi ambiti di attività. Per l’arte è stata premiata l’etoile di Parigi Eleonora Abbagnato; per lo sport le capitane delle nazionali di Pallanuoto e Pallavolo, Elisa Casanova ed Eleonora Lo Bianco, oltre alla campionessa olimpica di judo, Giulia Quintavalle. Targhe speciali a imprenditrici che si sono imposte, nonostante la crisi, mentre il premio internazionale è andato alla socialista francese Ségolene Royal, prima madame ad avere puntato all’Eliseo. Non c’era ieri a Roma, ma ha mandato un video-messaggio. <L’Italia che vogliamo>, ha detto Lella Golfo, <è prima di tutto un Paese che ha il coraggio di mobilitarsi per le battaglie in cui crede. L’Italia che vogliamo è una Repubblica fondata sul lavoro per tutti, uomini e donne, e non un Paese dove una donna su cinque è costretta a lasciare il lavoro dopo il primo figlio>. Insomma, qualcosa si muove nell’universo femminile.

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