Uno studio di un team di ricercatori dell’Università Friedrich Schiller dimostra che assumere litio a basse concentrazioni allunga la vita. L’oligoelemento è presente nell’acqua corrente dei nostri rubinetti.
La Friedrich Schiller University di Jena
JENA (GERMANIA) – Assumere piccole ma regolari quantità di litio, un oligoelemento che si trova nell’acqua corrente e in alcuni alimenti, può notevolmente favorire la longevità. È il risultato di un nuovo studio degli scienziati della Friedrich Schiller University di Jena, in Germania, pubblicato sull’European Journal of Nutrition, secondo cui, dunque, la fonte della giovinezza sarebbe presente in tutte le case: per attingerne basterebbe aprire il rubinetto. Il gruppo del professor Michael Ristow, con l’aiuto di colleghi giapponesi delle università di Oita e Hiroshima, ha dimostrato che una bassa concentrazione di litio nell’organismo garantisce una maggiore aspettativa di vita negli esseri umani, così come in un altro modello animale studiato, il nematode Caenorhabditis elegans, un tipo di verme. Il litio viene ingerito soprattutto attraverso l’acqua potabile, la frutta e la verdura, che ne contengono tracce.
TASSO DI MORTALITA’. Uno studio precedente aveva dimostrato le potenzialità del litio sul nematode, ma le concentrazioni eccessive sarebbero state tossiche per l’uomo. Per sapere se il litio può rappresentare un ‘elisir’ di giovinezza anche a concentrazioni molto più basse, gli scienziati hanno quindi esaminato l’impatto sull’organismo della quantità normalmente presente nell’acqua di rubinetto. Insieme ai colleghi nipponici, gli scienziati di Jena hanno analizzato il tasso di mortalità in 18 comuni limitrofi del Giappone e lo hanno messo in relazione con la quantità di litio contenuta nell’acqua di rubinetto delle rispettive aree di residenza. “Abbiamo scoperto che il tasso di mortalità è notevolmente inferiore in quei comuni dove l’acqua potabile contiene più litio”, evidenzia Ristow.
INTEGRATORE DIETETICO. In un secondo esperimento, gli scienziati hanno esaminato gli effetti della stessa concentrazione media di litio sul C. elegans e il risultato è stato confermato: “La longevità media dei vermi è risultata più alta dopo che sono stati trattati con litio a questo dosaggio”, assicura l’esperto. Anche se i meccanismi alla base del fenomeno sono ancora da chiarire, gli scienziati sono convinti che la maggiore longevità possa essere davvero spiegata dalla presenza di litio nell’acqua potabile, ipotizzandone perciò il futuro utilizzo a basse dosi come integratore dietetico. “Studi precedenti hanno già dimostrato che una maggiore presenza di litio nell’acqua potabile è associata a un miglioramento del benessere psicologico e a una diminuzione del tasso di suicidi”, conclude Ristow entusiasta per i risultati raggiunti, in attesa di ulteriori conferme scientifiche.
Commenti