Il 6 febbraio scorso si è celebrata la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili e l’8 marzo la Festa delle donne. Due ricorrenze che sembrano ricordarci il regresso dell’umanità nei confronti del genere femminile visto che a livello globale, la violenza ai danni delle donne e delle bambine ha assunto le dimensioni di una vera e propria guerra che inizia nell’istruzione, dove bambine e ragazze hanno maggiori probabilità di vedersi costrette ad abbandonare la scuola o di non essere nemmeno iscritte ai cicli di studio secondario e terziario. Indipendentemente dal percorso educativo poi, secondo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms), una donna su 3 ha subito violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti. Circa 120 milioni di ragazze con meno di vent’anni (una su dieci a livello globale) hanno subito “rapporti forzati o altri atti sessuali forzati” o sono state costrette a diventare baby lavoratrici domestiche: “oltre 11 milioni di bambine sono oggi impiegate in case d’altri e 7,5 milioni di loro sono sfruttate fino a 20 ore al giorno. Molte lo fanno senza ricevere alcun compenso, sottoposte ad ogni tipo di abuso psicologico e fisico”.
Un’infanzia sfruttata e negata, privata dell’istruzione e del gioco, un vuoto che segnerà per sempre la loro esistenza e che Terre des Hommes racconta ogni anno nel dossier “Indifesa”. Mentre i dati aggiornati sui femminicidi (sono 18 dall’inizio dell’anno, in media uno ogni 60 ore) e sugli abusi di genere in Italia sono sempre più preoccupanti, per la ong quelli delle violenze sulle minori sono drammatici. Se, infatti, ogni giorno almeno 2 bambini subiscono abusi e violenze sessuali, parliamo di oltre 950 minori all’anno (un bilancio drammatico che nel 2017 ha toccato la cifra di 5.383 minori abusati con un incremento del +6% rispetto al 2015), nel Belpaese le giovani vittime sono quasi sempre femmine. “Le bambine sono l’83% delle vittime di violenze sessuali aggravate, l’82% dei minori entrati nel giro della produzione di materiale pornografico, il 78% delle vittime di corruzione di minorenne, ovvero bambine al di sotto dei 14 anni forzate ad assistere ad atti sessuali”. Tutelare le bambine di tutto il mondo, garantendo loro istruzione, salute, protezione da sfruttamento, violenza e discriminazioni è quindi una priorità che Terre des Hommes anche nel 2018 ha promosso fino all’8 marzo con la campagna di raccolta fondi “Indifesa”.
In particolare le storie raccolte dalla campagna “Indifesa” di quest’anno raccontano i deprecabili fenomeni dei matrimoni precoci e delle mutilazioni genitali. Praticamente ogni due secondi nel mondo una bambina o ragazza con meno di 18 anni diventa una baby sposa, costretta a sposare uomini più grandi di lei, con gravi conseguenze per la salute e lo sviluppo di “almeno 15 milioni di bambine e adolescenti”. “Da baby spose a baby mamme il passo è breve: nel 2016 sono state registrate 21 milioni di gravidanze tra le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni che vivono nei Paesi in via di sviluppo e nel 49% dei casi si trattava di gravidanze non cercate. E ancora, ogni anno, circa 70mila ragazze muoiono a causa del parto e delle complicanze legate alla gravidanza” ha spiegato Terre des Hommes. Per quanto riguarda le bambine vittime del terribile fenomeno delle mutilazioni genitali, in base alle stime dell’Oms, parliamo di un fenomeno che coinvolge circa 200 milioni di ragazze che tra i 5 e i 14 anni hanno subito questa pratica e vivono prevalentemente in 30 Paesi, tra questi, la Somalia ha la percentuale più alta di mutilazioni che interessano praticamente tutte le donne (98%), segue la Guinea (96%), il Gibuti (93%), l’Egitto (91%), l’Eritrea e il Mali (89%), la Sierra Leone e il Sudan (88%). Ci sono poi altri Paesi della fascia sub-sahariana in cui la percentuale delle donne coinvolte oscilla tra il 60 e l’80%, tra cui Gambia, Burkina Faso, Etiopia, Mauritania e Liberia.
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