di Alberto Leiss
Ribelle (The Brave) –Film Disney/Pixar, regia di Mark Andrews e Brenda Chapman-
22 settembre 2012
I miei figli (trentenni) dicono che nei cartoni animati (ma fa un po’ ridere oggi chiamarli così) di ultima generazione ci sono più contenuti etici e politici che nei film “impegnati” di Hollywood. Ricordate il robottino Wall-e? O il delizioso “Galline in fuga”?
L’ultimo film prodotto dalla Pixar – The Brave (Ribelle) – conferma la tesi. Una principessa dai capelli rosso fuoco (un capolavoro di animazione) preferisce cavalcare e tirare con l’arco che accettare le prescrizioni materne: comportati bene a tavola! Accetta di andare in sposa a uno dei figli primogeniti dei tre baroni sui quali poggia l’unità del regno!
Ma lei non ci sta. E giunge perfino a chiedere a una simpatica strega che scolpisce orsacchiotti di legno un incantesimo per far cambiare idea alla regina. Sennonché il magico mutamento è assai radicale: la mamma si trasforma in una enorme orsa e rischia di restare per sempre una belva se entro due giorni non succede qualcosa capace di rompere l’incantesimo.
La principessa ribelle l’ha fatta grossa, soffre e elabora il fatto che la propria libertà deve fare i conti con l’autorità materna, che è anche la vera sede della consapevolezza storica e politica del regno. Il re infatti è un enorme bonario zuzzurellone, che si accapiglia regolarmente con gli altri tre capi-banda e le loro soldataglie. Volano frecce, accette e coscioni di maiale tra i maschiacci, con i tre nobili rampolli che sembrano imitazioni del nostro ex delfino Il Trota. Ma tutto si rimette in ordine e in rispettoso silenzio al solo apparire della regina, e poco più tardi anche della figlia. Tra mamma orsa e la rossa ribelle alla fine vincerà un patto di amore e di libertà. In fondo a che serve un marito per governare?
Ad averne voglia, oltre alla crisi del patriarcato, nel fantastico regno barbarico-scozzese inventato da Disney/Pixar si trova quasi tutto: la civiltà delle buone maniere di Elias, il senso delle favole di Propp, la riconoscenza al mitico Steve Jobs (uno dei pittoreschi baroni tra l’altro si chiama Macintosch), persino l’ultimo Derrida su la Bestia e il Sovrano…
Alla regia un uomo e una donna: Mark Andrews e Brenda Chapman, veterana dei cartoons sin dai tempi della Bella e la Bestia.
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