Quando qualche tempo fa regalai a Fausta Genziana Le Piane “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza: non avrei mai potuto immaginare gli effetti che il mio gesto avrebbe provocato. Goliarda Sapienza era una scrittrice ancora poco nota al grande pubblico italiano. Sono stati gli Inglesi, i Tedeschi e i Francesi a scoprirla prima di noi e a far sì che anche in Italia se ne parlasse. Ma Fausta non ebbe bisogno di leggere che anche ad altri piaceva e interessava la scrittrice catanese deceduta già da alcuni anni, seppe capirne fino in fondo la valenza e se ne innamorò immediatamente di suo.
Ecco allora che anche lei desidera condividere la gioia della scoperta e farne partecipi quanti più lettori è possibile. Nasce così il prezioso gioiellino “La meraviglia è nemica della prudenza” edito da “Edizioni EventualMente”, Comiso – 2012.
Su Goliarda Sapienza, via via riconosciuta sempre più concordemente come autrice di un autentico capolavoro, si stanno moltiplicando gli scritti. Ma ciò non scoraggia Fausta: “Da molto tempo cercavo un incontro con una donna di cui scrivere, intelligente, forte, anticonformista dalle parole limpide e potenti: ho trovato Goliarda Sapienza, del sud come me. E’ stato un colpo di fulmine ed una vera rivelazione…”
Io trovo che l’incontro ideale di Fausta con Goliarda abbia i caratteri dell’evento importante. E’ difficile e non sempre trasparente il messaggio di Goliarda nel suo romanzo principale “L’arte della gioia”. Non è detto che ogni aspetto di quello scritto possa prestarsi ad interpretazioni univoche, ma Fausta rinuncia alla prudenza e mette in gioco tutta la meraviglia che le ha generato quella lettura. E non perché entrambe donne del sud, dico io, sud che secondo me c’entra, sì, ma marginalmente, considerando i comportamenti fuori dall’ordinario di Modesta, protagonista del romanzo… ma per un certo tipo di affinità elettiva, per la condivisione di un carattere forte e ribelle, per il rifiuto della banalità, per una sensibilità particolarissima, tutta femminile, pur nella ribellione al tradizionale ruolo della donna. Il romanzo “L’arte della gioia” che Sergio Sciacca definisce una “epopea della vittoria femminile” ci rivela infatti una Goliarda molto vicina ad una tematica cara da sempre alla nostra Fausta Le Piane.
Fausta, poetessa raffinata, coglie la natura insolita della scrittrice catanese vissuta anche a Roma e, a lungo, a Gaeta, e cerca di aiutare il lettore fornendo comode, ma importanti piste di lettura. Non solo l’arte della gioia, quindi, ma anche l’arte della finzione, l’arte di studiare le parole, l’arte di viaggiare, l’arte di rinascere. Ed ecco l’insistenza sulla metafora dei capelli, visti come realtà molto intima, sensuale, oltre che punto di contatto col mondo, manifestazione del destino, forza vitale. Direi che il contatto ideale fra Fausta, poetessa calabro/romana e Goliarda, scrittrice siculo/romana, attraverso la metafora dei capelli diventa intensissimo, coinvolgente, quasi fisico.
La natura di un’autrice come la Sapienza è estremamente variegata e ricca di importanti pieghe e sfumature. Fausta tenta di cogliere, riuscendoci, quelle che maggiormente somigliano a lei stessa; ma poi, per allargare il metro di giudizio, utilizza nel piccolo saggio (che lei però non vuole definire tale) l’aiuto di altre persone in grado di capirne la grandezza e, alcune, che l’avevano conosciuta personalmente: Beppe Costa, Alberto Vaudo, Ruggiero di Lollo, Plinio Perilli e Paolo Ruffilli.
Tommaso Maria Patti
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A proposito di Goliarda Sapienza e L’arte della gioia
Cara Genziana,
hai realizzato una pubblicazione davvero “importante” su un’opera molto significativa -e su un suo personaggio vagamente autobiografico- di una scrittrice specialissima, di intelligenza incandescente. L’empatia fra Goliarda e Modesta diviene fonte di sapere, che orienta l’esperienza stessa del romanzo. Tu sei riuscita a far risaltare in modo, direi, naturale, sapiente, articolato e profondo, gli aspetti forti di una soggettività originale e di una vita, che sfugge a qualsiasi categoria. Hai strutturato l’appendice in forma personalissima e interessante al punto che essa risulta parte integrante del tuo lavoro e suo valore aggiunto. Mi complimento con te per la scelta stessa dell’autrice, che io amo moltissimo, della quale “invidio” il potenziale di libertà e sulla quale ci sarà ancora molto da scoprire.
Con stima e amicizia
Merys
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