Vincenzo Barone, rettore della Scuola di alta formazione, vuole la Normale del Sud, non una succursale, ma polo d’eccellenza indipendente
La Normale di Pisa guarda al Sud e si prepara ad aprire una sua sede a Napoli. Non si tratta di un trasferimento, la storica sede toscana di una delle università più rinomate del mondo rimarrà al suo posto, a Pisa, dove hanno studiato e si sono laureati tre premi Nobel (Fermi, Rubbia e Carducci) due Presidenti della Repubblica (Gronchi e Ciampi) e un esercito di filosofi, archeologi, matematici, fisici e chimici che portano in alto la bandiera del sapere e della conoscenza formatasi presso la “Scuola Normale Superiore”, esempio di eccellenza accademica riconosciuto in tutto il mondo.
L’idea non è di trasferire, ma di allargare. Il rettore dell’ateneo leader delle classifiche internazionali pensa di aprire una succursale nel capoluogo partenopeo, già a partire da novembre 2018.
La sorella della Normale pisana dovrebbe essere a numero chiuso, aperta solo ai veramente meritevoli, con la possibilità di accedere a generose borse di studio solo dopo un rigido e severo esame di ammissione. Questa l’idea del rettore dell’università toscana che sta dialogando ormai da tempo con il rettore dell’università Federico II di Napoli per stabilire i dettagli e concretizzare un’apertura che si prospetta epocale.
In realtà la Normale ha già una certa presenza nel Meridione d’Italia: sono presenti aree di ricerca archeologica nelle aree di Locri, Segesta e Kaulonia, e inoltre gli studenti in cerca di aiuto e ispirazione possono contare sui corsi di orientamento di Erice e Camigliatello Silano. Germogli che adesso, secondo le volontà del rettore Vincenzo Barone, devono essere propagate anche a Napoli, così da realizzare un punto di riferimento per il meridione.
Ma non c’è alcuna intenzione di creare una sorta di dépendance della Normale a Napoli. Il progetto è diverso, l’offerta formativa già presente alla Normale di Pisa e Firenze o alla Scuola Sant’Anna non si sovrapporrà in via Mezzocannone, via delle università partenopee. L’idea è di istituire un ciclo di laurea magistrale e un dottorato. I percorsi spazieranno, secondo le prime indiscrezioni, dalla Blue Economy per la valorizzazione dell’economia del mare, all’approfondimento sul rischio ambientale ed edilizio fino a percorsi che valorizzino i beni culturali digitali.
Il progetto è ambizioso e richiede spazi e risorse notevoli. Il rettore ha già incontrato il ministro Fedeli e il presidente della Repubblica Mattarella che hanno manifestato interesse ed entusiasmo. Ma l’avallo di Ministro e Presidente potrebbero non bastare, è necessaria anche – ha sottolineato il rettore – l’interessamento della società civile e della politica locale, del Comune e della Regione. Con il loro aiuto la sinergia sarebbe proficua e regalerebbe ai napoletani, al meridione e all’Italia tutta nuove entusiasmanti opportunità.
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