La patata Amflora, geneticamente modificata, è introdotta dalla CEE nelle coltivazioni comunitarie
– Di chi è il vantaggio? –
Notizie di cronaca comunitaria ed un commento su Scienza e Coscienza di Michele Trimarchi

Sono solo sei gli stati europei che hanno coltivazioni Ogm, la superficie totale coltivata ad Ogm nel continente è diminuita del 12% in un anno. La Germania a fine 2008 ne ha vietato la coltivazione. L’Europa sembra schierarsi contro queste coltivazioni, nei Paesi in via di sviluppo, in Cina, in Brasile invece gli Ogm aumentano.
I sostenitori degli Ogm affermano che utilizzando semi Ogm aumenti la resa dei campi, il rovescio della medaglia è però che i contadini si ritrovano ad usare dei semi brevettati che devono acquistare di anno in anno, dalle Multinazionali. C’è poi il problema della contaminazione: chi decide di essere Ogm-free rischia di avere comunque un raccolto Ogm se nei campi limitrofi vi sono tali coltivazioni.
La sfida per il futuro non è facile, secondo stime delle Nazioni Unite la popolazione mondiale crescerà del 34% e nel 2050 il pianeta si troverà dover sfamare 9,1 miliardi di persone. Secondo alcuni solo gli Ogm possono soddisfare questo bisogno, secondo altri è necessario puntare sulla qualità e sul benessere alimentare di tutti, solo così il mondo potrà salvarsi.
Il 2 marzo u.s. la Commissione europea ha dato l’autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora, e all’importazione di alcune varietà di mais Gm.
In questo dibattito ci proponiamo di approfondire la questione attraverso dichiarazioni e interviste ad esperti, ricercatori, professori universitari e divulgatori scientifici.
Partecipano: Luca Marini, Il ministro Luca Zaia, Mario Tozzi, Gianni Tamino , Marcello Buiatti, Michele Trimarchi, Roberto Burdese, Pietro Perrino, Vandana Shiva, Fondazione diritti genetici

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Michele Trimarchi
Psicologo, fondatore della neuropsicofisiologia negli anni ’70-’80, presidente ISN (International society of neuropsychophysyology) di Roma.

Margherita Hack in un’intervista ha dichiarato che si tende a “demonizzare la scienza” e ha citato al riguardo la paura verso gli OGM. Lei crede che i cittadini abbiano “paura” degli organismi geneticamente modificati?

Prof. Trimarchi: ”Margherita Hack sa che non è la scienza che viene demonizzata ma l’uso improprio che si fa della scienza per scopi contrari ai fini della scienza stessa.
Gli organismi non vengono modificati dalla scienza, ma da tecnocrati che pensano di gestire la Natura a proprio uso e consumo con motivazioni che troppo spesso offendono la Logica e l’Evoluzione della Natura.
La Natura sa come modificare i geni; l’uomo, con il suo empirismo, tenta di farlo e aspetta di vedere i risultati; e tali risultati devono sempre e comunque dare profitto a chi investe danaro su tali manipolazioni.

Che c’entra la scienza con il profitto, con il potere dell’uomo sull’uomo, quando la scienza dovrebbe produrre conoscenza per tutti?
Come si fa a non avere paura di organismi geneticamente modificati che vengono resi sterili da tali modificazioni?

Il buonsenso, o il senso comune, ha in sé una “logica” che spesso sfugge all’intelligenza artificiale con la quale si vanno a modificare organismi evolutivamente perfetti.”

Lei ha dichiarato “mi viene da sorridere quando ascolto le affermazioni di grandi specialisti come genetisti, biologi, chimici, biochimici, infarciti di un sapere che nega a priori l’intelligenza della Natura e con tali affermazioni decidere il destino dell’ecosistema e dell’intera umanità”, tuttavia è innegabile che la scienza abbia, spesso, “aiutato” la natura stessa. Esiste un futuro possibile in cui la natura e la scienza collaborano senza danneggiarsi?

Auspico un futuro possibile in cui la scienza possa favorire la Natura senza danneggiarla; e ciò è possibile nel momento in cui gli scienziati scoprono la “sacralità” della memoria genetica di ogni organismo esistente, poiché ogni seme contiene in sé il progetto filogenetico ed ontogenetico della specificità del seme.
La scienza deve produrre conoscenza e, come tale, avere grande rispetto del Dinamismo e della Logica della Natura.
Ciò renderà possibile un “dialogo” con la Natura favorendola nella sua opera di fornire a noi umani tutto quello che ci occorre per vivere serenamente. Gli attuali modelli teorici non tengono conto di quella comunicazione dinamica e integrata della “tecnologia” della Natura. E’ per questo che mi viene da sorridere quando si fanno passare i modelli teorici come verità, quando sono soltanto brandelli di verità e non tutta la verità.
Il discorso è lungo e complesso e non è rispondendo a queste domande che posso esprimere la mia conoscenza di tali processi.
Io sono uno scienziato che non rompe i “giocattoli” per comprendere come sono fatti, ma li osserva nella loro espressione per comprendere le cause che li hanno prodotti.

Per il 2050 dovremmo sfamare più di 9 miliardi di persone. Qual è la soluzione?

Sono tanti anni, ormai che sento fare domande di questo genere. Adesso, addirittura, si ipotizza che nel 2050 dovremmo sfamare più di 9 miliardi di persone. Conosco bene i furbi che pongono questo tipo di domande. Ricordo, tanti anni fa, quando il Club di Roma fece fare una ricerca da cui venne fuori che nel 2000 saremmo stati 6 miliardi di persone e che bisognava ridurre le nascite per evitare la sovrappopolazione della Terra.
Quanta limitatezza c’è in queste affermazioni!
Anche attualmente ci sono milioni di persone che muoiono di fame e ce ne sono tante altre che muoiono per eccesso di cibo.
Invece di porci queste domande, dobbiamo chiederci come mai c’è ancora su questo Pianeta così tanto egoismo da distruggere derrate alimentari piuttosto che distribuirle a chi ne ha bisogno. Forse, perché le leggi di mercato, le organizzazioni nazionali pseudo-democratiche o le multinazionali impediscono il soddisfacimento dei bisogni fondamentali delle popolazioni.

Chi è che non si sente di affermare che sul nostro Pianeta non c’è abbastanza cibo per tutti? Perché anche quando eravamo 4 miliardi di persone c’erano milioni di persone che morivano di fame?

Bisogna rispondere a questo tipo di domande se vogliamo risolvere i problemi. Non si può continuare a inventare nuovi problemi, per giustificare azioni contrarie al rispetto per Dignità Umana, senza rispondere ai vecchi, senza rispondere a quelli già esistenti.
E la soluzione di tutto questo è a portata di mano: educare le coscienze alle Pari Dignità, affinché ognuno impari ad amare il prossimo come se stesso.
Questa non è una frase fatta, ma è qualcosa di molto importante su cui dobbiamo tutti riflettere, senza continuare a cercare soluzioni astratte che vìolano i diritti fondamentali, non solo degli esseri umani, ma anche della Natura e dell’ecosistema.

da Altra Calcata

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