di Emanuela Ientile
Locri – “Chi l’ha veduta dice che è difficile resistere alla sua arcana maestà e insieme familiarità, che rievoca il focolare, la casa natale, gli avi, le campagne dell’infanzia, l’amore e le nozze”. Così scriveva Corrado Alvaro a proposito della preziosa statua marmorea della Persefone di Locri, dal lontano 1917 esposta al Museo di Berlino, città in cui fu portata dopo una serie di vicissitudini. Ora l’Amministrazione Comunale di Locri, nell’ambito dell’elaborando ”progetto immagine”, ha avviato “un’azione di rivendicazione, per il momento ancora non giuridicamente formale, nei confronti della Germania, per la restituzione della statua, trafugata da Locri nel primo decennio del secolo scorso”. L’assessore comunale ai Beni ed alle Attività Culturali, Francesco Commisso, ha indirizzato una lettera all’ambasciatore tedesco in Italia informando, anche, il nostro ministro per i Beni Culturali, Francesco Rutelli. Dell’origine locrese della Persefone si “ebbe certezza alcuni anni addietro quando il noto studioso Gaudio Incorpora, presentò le prove testimoniali che il ritrovamento dell’importante reperto archeologico, avvenne a Locri, esattamente in contrada Percianti, nel 1905, durante i lavori su un terreno di proprietà dei fratelli Scannapieco”. Uno di loro, Vincenzo, dopo aver fatto tirare fuori la statua, la fece subito nascondere nel suo vicino frantoio. “Nel 1911 la Persefone venne venduta ad un compratore tedesco”. Già nel 1966 si tentò – senza risultato – di ottenere la restituzione della statua; oggi ci riprova l’Amministrazione Comunale.
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