rec. Pina Majone Mauro
Quando la fantasia vola alto può accadere d’incontrare pianeti sconosciuti, zone inesplorate del cielo e della terra, mari mai navigati e mai da nessuno profanati, e perciò sempre pieni di fascino. Cos è la “Poesia del pane”, che Fausta Le Piane s’è inventata per cantare, in coro con altri poeti, il cibo benedetto della Vita.
L’intuizione è stata improvvisa e meravigliosa: Fausta mi ha telefonato, ora son quasi due anni, per chiedermi consenso a collaborazione…E cos ha fatto con altri Poeti che sono stati ben felici di unirsi a questo canto corale e spontaneo, semplice e gioioso dedicato al primo e più necessario cibo dell’uomo.
I piccoli brani poetici, in forma epigrammatica, sono arrivati in breve tempo e… tanti, anche da Poeti famosi che non hanno disdegnato di partecipare a questa “dimessa” ma assai speciale forma di diffusione della poesia, a questa operazione capillare di cultura che esalta le cose semplici e antiche… eterne come la Vita.
Piccoli capolavori di semplicità e freschezza, forse anche di bucolica ingenuità, ma assai si-gnificativi a illuminare di poesia anche il più aspro e primitivo modo di fare il pane e consumarlo.
Ma l’intuizione di Fausta è andata oltre. Se il pane è cibo quotidiano e indispensabile che ogni santo giorno illumina la mensa (opulenta o parca non importa) delle famiglie italiane e non solo, perché altrettanto quotidianamente come il pane, non fare entrare la poesia nella casa di tutti, sulle tavole di chi dopo il lavoro, nella gioia e nella tristezza, in solitudine o in compagnia, nel bene e nel male, torna a casa al meritato riposo? Così Fausta ha pensato al pane come viatico di poesia e col suo ottimismo e il suo senso pratico ha incontrato chi il pane lo fa e lo vende, proponendo loro di stampare sulle buste di carta che lo avvolge i bellissimi versi che esaltano e onorano il pane, cantandolo nelle sue diverse forme e manifatture.
Ma non è tutto. La stessa operazione di “poesia sulla busta della spesa” Fausta l’aveva già sperimentata per nobilitare un altro elemento essenziale, oro colato di umile opulenza: l’olio di oliva.
E sono cos nate le “bottiglie-gioiello”: le ho definite cos perché l’etichetta che le distingue le impreziosisce di versi che rappresentano la sontuosità e insieme la semplicità tutta contadina e nobile dell’olio genuino e odoroso che accompagna e insaporisce anche il più povero dei cibi.
La poetica dell’olio e del pane sottintende nella sua dolce asprezza la santa fatica dei campi sopportata dall’uomo fin dagli albori della storia, l’alternarsi meraviglioso e miracoloso delle stagioni nonché la legge del nascere, crescere e morire che governa l’universo ed appartiene a tutti, non solo agli esseri animali, ma anche al mondo vegetale, da cui l’Umanità attinge la Vita.
Pane che profuma di poesia.
Poesia che profuma di pane.
Pina Majone Mauro
Marzo 2009-04-06
per informazioni faustagenzianalepiane@virgilio.it
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