di Antonia Chimenti

“Il poeta oggi non disprezza nessun movimento della natura ed il suo spirito persegue la scoperta tanto nelle sintesi più ampie e in quelle più intangibili: folle, nebulose, oceani, nazioni, che nei fatti apparentemente più semplici: una mano che fruga una tasca, un fiammifero che si accende per strofinamento, gridi di animali, l’odore del giardino dopo la pioggia, una fiamma che si accende in un focolare. I poeti non sono solamente gli uomini del bello. Sono ancora e soprattutto gli uomini del vero, per quel tanto che permette di entrare nell’ignoto e così la sorpresa, l’imprevisto è una delle principali caratteristiche della poesia d’oggi.
E chi oserebbe dire che per coloro che sono degni di gioire ciò che è nuovo non sia bello? Gli altri si occuperanno subito di svilire questa novità sublime, dopo di che potrà entrare nell’ambito della ragione, ma solo nei limiti in cui il poeta, solo dispensatore del bello e del vero, ne avrà fatto la proposta. Il poeta, per la natura stessa di queste esplorazioni, è isolato nel mondo nuovo, dove entra per primo, e la sola consolazione che gli resta è il fatto che gli uomini vivono solo di verità, malgrado le menzogne di cui le intessono, e che solamente il poeta dà nutrimento alla vita in cui l’umanità trova questa verità. Per questo i poeti moderni sono prima di tutto i poeti della verità sempre nuova.”
Apollinaire, Conferenza dello spirito nuovo, 26 novembre 1917
Quello di Apollinaire, poeta francese dell’inizio del secolo XX, resta un messaggio ancora attuale.

Categorizzato in: